Hanno lavorato in 1341 per tre settimane a immaginare e progettare il futuro della Siria.
Sono stati guidati da 26 architetti provenienti da tutto il mondo, di generazioni e formazioni
molto diverse tra loro, ognuno dei quali è stato chiamato a studiare e analizzare un’area
geografica specifica del territorio siriano. I progetti esposti sono stati illustrati dal rettore dello Iuav Alberto Ferlenga e da alcuni rappresentanti della giuria. I progettisti si sono confrontati con esperti nei campi della conservazione del patrimonio, dell’architettura e del progetto urbano, dell’emergenza umanitaria e della cultura mediorientale, molti dei quali provenienti dalla Siria e attivi in rinomati studi internazionali. Al termine delle tre settimane di progettazione, si è concretizzata una mostra sui risultati dell’intenso lavoro degli studenti Iuav e dei 150 studenti stranieri, ospitati nei workshop W.A.Ve. La mostra finale dei progetti per la Siria è stata inaugurata il 14 luglio presso le sedi del Cotonificio e degli ex Magazzini Ligabue, che sono stati trasmformati in grandi atelier espositivi aperti al pubblico e alla città. Chusura il 21 luglio. In seguito c’è stata nel chiostro dei Tolentini la premiazione dei progetti selezionati da una giuria internazionale presieduta da Farrokh Derakshani – il direttore dell’Aga Khan Award for Architecture – e composta da Abdullah Dardari, Senior Advisor per la ricostruzione per la World Bank, Nohad Haj Salih, direttore di I- Barbon main sponsor dell’evento, Federico Cinquepalmi, esperto nazionale del MIUR, Carmen Andriani dell’Università di Genova, Philippe Chitedi UN ESCWA e dal prof. Benno Albrecht, direttore della Scuola di Dottorato dello Iuav. Gli studenti hanno premiato il workshop guidato da Ammar Khammash. Al secondo posto Solano Benitez e al terzo Giancarlo Mazzanti. La giuria internazionale presieduta da Farrokh Derakshani ha scelto tre team che hanno partecipato rispettivamente ai laboratori guidati da Solano Benitez, Ammar Khammash e TAMassociati. Il progetto sviluppato con Solano Benitez ricerca in un sistema costruttivo con cui avviare un processo di ricostruzione dal basso. Il progetto curato da Ammar Khammash prevede la ricostruzione in scala 1:10 delle monumentali norie idrauliche che caratterizzano la città di Hama. Il progetto di TAMassociati ha affrontato la realtà dell’area periurbana di Qaboun, quartiere di Damasco, simbolo della guerra civile. L’impegno dell’ateneo per la Siria nasce da un omaggio alla città di Palmira sotto assedio e da un convegno internazionale dedicato al tema della ricostruzione del Paese, oltre alla presenza di molti studenti siriani. Il rettore dello Iuav Ferlenga ha ricordato che a scuola veneziana ha messo in campo un sapere, lo stesso che in passata l’ha vista coinvolta nella ricostruzione del Vajont e del centro storico di Venzone dopo il terremoto del Friuli. È questo uno dei motivi che, in collaborazione con le Nazioni Unite, hanno portato a scegliere Venezia città storica e lo Iuav come sede di uno «SiryaHub», un network di professionisti e stakeholder sul tema della rinascita post-conflitto in Siria.