“Il Tribunale di Venezia ci ha dato ragione, accogliendo il ricorso che il dott. Cellini, un veneziano residente in Slovacchia, e il sottoscritto abbiamo presentato, più di un anno fa, unici in Italia, sollevando la questione di incostituzionalità della normativa che regola il voto degli italiani all’estero, in quanto non garantirebbe la libertà e la segretezza del voto. Il Tribunale, nell’Ordinanza di rimessione, ha affermato, in particolare, che ‘il voto per corrispondenza presenta tali e tante ombre da far persino dubitare che possa definirsi voto’, e ha rimandato tutto al giudizio della Corte Costituzionale”. Queste le affermazioni del consigliere regionale di ‘Siamo Veneto’, Antonio Guadagnini, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto (foto), il quale così ha commentato: “la storica e coraggiosa decisione del Tribunale veneziano che ha sollevato fondati dubbi di incostituzionalità in ordine alla Legge 27 dicembre 2001, n. 459, ‘recante disciplina per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero’”. Il consigliere regionale ha spiegato che “il Tribunale di Venezia ha evidenziato fondate criticità in ordine al voto per corrispondenza consentito agli italiani all’estero, per presunte violazioni dell’art. 48, comma 2°, della Costituzione, il quale individua quattro caratteri indefettibili del voto: personalità, uguaglianza, libertà e segretezza, che non sembrerebbero sufficientemente garantiti dal voto per corrispondenza. Infatti, il cittadino italiano residente all’estero potrebbe benissimo mostrare volontariamente a terzi la scheda votata, o potrebbe subire costrizioni o condizionamenti legati all’ambito sociale e/o familiare in cui vive”. “Non è infatti assolutamente difficile – ha denunciato Guadagnini – accaparrarsi schede, basta conoscere qualche residente all’estero compiacente, o pagare qualcuno che le raccolga, come hanno documentato bene, in alcune puntate, ‘Le Iene’. Ci sono quasi 5 milioni di italiani iscritti all’AIRE, quindi altrettante schede possono essere intercettate e votate in modo truffaldino, a tal punto da poter falsare il risultato delle prossime elezioni politiche del 4 marzo 2018. E se i voti degli italiani all’estero risultassero determinanti – si chiede il consigliere di ‘Siamo Veneto’ – non potremmo allora accontentarci di una sentenza ‘sanatoria’ a posteriori. D’altra parte, sembrano sussistere pochi dubbi sulla incostituzionalità della succitata Legge. Quando una scheda viene recapitata a domicilio – continua Guadagnini – sfugge al controllo di chiunque, inficiando così la regolarità del voto, affidata in modo troppo ‘esile’ all’onestà del votante. La nostra Costituzione – ha concluso Antonio Guadagnini – all’art. 48, afferma che il voto deve essere personale, libero e segreto, ma nessuna di queste caratteristiche sembrerebbe essere garantita dalla legislazione elettorale relativa agli italiani all’estero. Non è un Paese serio quello che affida la propria democrazia a una normativa palesemente incostituzionale. La Corte Costituzionale deve esprimersi in merito alla questione di incostituzionalità sollevata prima del 4 marzo, altrimenti dovrebbe essere posticipata la data della consultazione elettorale o, in alternativa, sospesa la L. 459/2001, almeno nella parte che consente il voto per corrispondenza degli italiani all’estero”. Sull’accoglimento del ricorso si sono espressi con soddisfazione gli avv.Favaro e Fabris.