Il nuovo Report di Veneto Agricoltura (dati 2017) conferma il buon andamento del comparto. Il vino veneto, esportato in 150 paesi, rappresenta il 35,5% del totale italiano, per un valore di 2,13 miliardi/€. Prosecco nell’olimpo mondiale delle bollicine. Le dinamiche mercantili. E per la prossima raccolta? Le attesissime Previsioni Vendemmiali a Legnaro (Padova) il 10 agosto. In attesa dell’ormai “storico” Focus sulle previsioni della vendemmia nel Triveneto, in Italia, Francia e Spagna, in programma il prossimo 10 agosto (ore 9,30) a Legnaro-Pd presso la sede di Veneto Agricoltura, l’Agenzia regionale pubblica un esauriente Report sull’export di vino veneto nel mondo (dati 2017). Molto interessanti i numeri che emergono, tra questi uno su tutti: il vino veneto rappresenta il 35,5% del totale di vino italiano esportato, tanto che il Veneto si conferma, in questa particolare classifica, quarta potenza mondiale alle spalle di Francia, Italia e Spagna, davanti a Cile e Australia. In linea con l’export nazionale del settore, che nell’ultimo anno ha sfiorato i 6 miliardi di euro di vendite sui mercati esteri, il trend di crescita delle esportazioni di vino veneto si mantiene costante, raggiungendo nel 2017 i 2,13 miliardi di euro di incassi e un +6,4% rispetto all’anno precedente. Di pari passo, nell’ultimo anno sono aumentati anche i quantitativi (+2,5%), con il rincaro dei prezzi (+3,8%) a tenere elevato il fatturato. Anche nel 2017 a fare da ariete sui mercati esteri è stato il Prosecco, che presenta aumenti a doppia cifra sia per i quantitativi (+13,4%) che in valore, pari a 806 milioni di euro (+15,9%). A questo punto appare chiaro che il mercato mondiale delle bollicine è dominato da tre tipologie di vino spumante: lo Champagne francese, il Cava spagnolo e, appunto, il Prosecco. Risulta invece più stabile la situazione delle transazioni internazionali dei vini imbottigliati, che si trovano a fronteggiare la forte ascesa del comparto dei vini spumante. Infatti, per i vini imbottigliati si rileva un +1,3% in valore (1,20 miliardi/euro fatturati nel 2017) e un -1,3% per i quantitativi, con un conseguente aumento del prezzo medio (+2,6%). E’ evidente che l’intento degli esportatori veneti di vino fermo in bottiglia è quello di alzare il prezzo, cercando così di riposizionarlo su livelli più elevati nei mercati internazionali. Nonostante siano oltre 150 i Paesi che importano vino veneto, si assiste ad una forte concentrazione delle vendite verso il Regno Unito, Stati Uniti e Germania. Se da una parte ciò consente un consolidamento dei rapporti commerciali tra le aziende coinvolte nelle transazioni, dall’altra il fenomeno della concentrazione delle vendite rappresenta un rischio in caso di crisi o esternalità negative per i Paesi coinvolti.
(foto d’arch.Veneto Agricotura).

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