Con 4.380 espositori (130 in più rispetto al 2017), 36 paesi esteri rappresentati nell’International Wine_Hall, è in corso di svolgimento a Verona la 52/ma edizione di Vinitaly, fino al 18 aprile. Nel quartiere fieristico, in contemporanea a Vinitaly, anche altre esposizioni: Sol&Agrifood, salone internazionale dell’agroalimentare di qualità, ed Enolitech, salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole ed olearie. All’apertura del Vinitaly il 15 aprile, nell’Auditorium di Veronafiere, la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero, e il presidente del Veneto, Luca Zaia, il sindaco di Verona Federico Sboarinae ed altre autorità, imprenditori vinicoli e personalità politiche. In ambito Vinitaly si è tenuto anche il talk show “Il futuro dei mercati, i mercati del futuro: Italy first in America?” al quale hanno partecipato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, il vicepresidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, Paolo De Castro, il direttore ICE New York e coordinatore degli Uffici ICE Rete Usa, Maurizio Forte, e Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor. La presidente del Senato, ha detto, tra l’altro, che il “Vinitaly è un’eccellenza assoluta e un vero fiore all’occhiello per Verona, il Veneto e per l’intero Paese. Qui c’è l’Italia migliore, che lavora, che innova, che riesce a coniugare il lavoro nei campi con l’innovazione tecnologica e le nuove frontiere del commercio digitale. Parlare di vino vuol dire cultura, lavoro, know how, creatività e capacità competitiva delle aziende, sicurezza alimentare e riscatto sociale”. Andrea Olivero, viceministro delle politiche agricole ha sostenuto che “Vinitaly sia la grande festa del vino italiano e sia un momento di riflessione per capire quanto è stato fatto e quali sono i passi per crescere ulteriormente. Il vino è diventato icona del made in Italy e il legame con il turismo è forte ed è in grado di rappresentare l’Italia. Questa città può confermarlo più di ogni altra che è possibile una liaison tra produzione e bellezza. Serve sempre di più aprirsi al turismo, perché i dati ci dicono che un turista su tre cerca food & wine. In questi anni è stato fatto molto: il Testo Unico del Vino è per noi è un punto fermo, è stata promulgata una legge sull’enoturismo. E anche l’Ocm, seppure con qualche difficoltà di avvio, oggi sta funzionando. Abbiamo bisogno di una grande apertura dei mercati, evitando di credere che le politiche dei dazi siano un bene per le imprese”. Luca Zaia, presidente della Regione ha annunciato che “stiamo costruendo l’ipotesi di candidatura per il Valpolicella. Nel mondo del vino abbiamo molto da comunicare, dobbiamo parlare di Wine Pride, dell’orgoglio del vino italiano, perché il vino deve essere il biglietto da visita dell’Italia nel mondo. Tanti sono i padiglioni dove i produttori italiani e stranieri presentano i loro prodotti, con bottiglie di formato anche originale. Nel contesto fieristico si stanno svolgendo manifestazioni promozionali, incontri, dibattiti e assaggi delle varie qualità di vino. Per la cronaca da segnalare che i Vignaioli Indipendenti FIVI sono sbarcati al Vinitaly con i tralci delle loro viti per richiamare l’attenzione sul tema della tutela del vigneto. 158 vignaioli, 43 in più dello scorso anno, presenti in uno spazio collettivo anche per far sentire la loro voce nei confronti di una burocrazia sorda. Sono tre gli aspetti centrali per FIVI. Si parte dai vigneti storici ed eroici, oggetto in questi mesi di un censimento da parte del MIPAAF. Il problema è che i vigneti sotto i 1.000 metri quadrati sono esclusi dalla registrazione, poiché considerati per uso personale, e non richiedono denunce di produzione o altri oneri di registrazione della loro produzione. Tuttavia, proprio nelle aree in cui la viticoltura eroica è sopravvissuta fino a oggi, 1.000 metri quadrati sono una dimensione di tutto rispetto, dove i Vignaioli hanno conservato pratiche colturali e varietà genetiche uniche, che rischierebbero di essere perdute nel momento in cui tali vigneti fossero espiantati o abbandonati. “La nostra richiesta al MIPAAF e alle Regioni – ha sottolineato la Presidente FIVI Matilde Poggi – è di promuovere il censimento e la tutela dei vigneti storici ed eroici, indipendentemente dalla loro estensione”. La FIVI ha chiesto che venga incentivata la pratica della selezione massale per permettere a ogni produttore di mantenere il patrimonio genetico delle proprie vigne. La selezione massale consiste nella scelta delle migliori piante nei propri vigneti, per ricavarne le gemme con cui innestare le future piantine di vite. In pratica, è lo strumento che offre le maggiori probabilità di mantenere la specificità genetica del proprio vigneto e della propria realtà locale e aziendale. Attualmente, per ragioni sanitarie che FIVI condivide nei principi, la selezione massale viene scoraggiata in maniera determinata dalle norme nazionali che sovrintendono la produzione delle piante destinate ai nuovi impianti, preferendole la selezione clonale operata dai vivai. Oltre a questo i programmi di sostegno agli impianti viticoli (PSR e OCM) attualmente escludono i nuovi impianti effettuati usando piante derivanti da selezione massale. A Verona, già fiera di essere la capitale del vino, le regioni italiane, con i rispettivi produttori, fanno a gara, attraverso i vari padiglioni, per proporre le varie produzioni locali. Nell’ambito dell’organizzazione, sono puntuali i ritiri da parte dell’azienda muanicipale delle tante bottiglie vuote. Il Vinitaly è anche occasione per centinaia e centinaia di visitatori ed espositori per organizzare incontri conviviali, non solo all’interno, ma nell’intera provincia scaligera dove l’enogastronomia è molto apprezzata. Nella seconda giornata del Vinitaly anche il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Egli ha detto che “questa Italia ha bisogno di non sprecare il lavoro che è stato fatto finora, in un cammino che ci rende forti e competitivi nel mondo”: e questo a chiusura del convegno “Investire nel vino: strategie, prospettive e opportunità”, organizzato da Unione Italiana Vini.
“Basta visitare Vinitaly per capire che la forza trainante del settore vitivinicolo è il mondo delle imprese, dei tecnici, del marketing, che ha una straordinaria capacità organizzativa. Così l’Italia dimostra che non è seconda a nessuno e nulla ha da invidiare ai terroir francesi. Per questo devo ringraziare l’Italia del vino”. La visita a Vinitaly ha toccato i padiglioni delle regioni Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria. “Sono andato anche per dare un messaggio simbolico di solidarietà e vicinanza alle imprese che lavorano nel cratere del terremoto – ha spiegato –. Da qui voglio ringraziare il mondo del vino, perché è una storia di successo, un esempio di capacità tutta italiana. Il vino è, per la nostra Penisola, una storia antica, un legame forte col territorio aziende, molto spesso coinvolge l’impresa familiare e può vantare, soprattutto negli ultimi anni, un impressionante numero di donne. Il governo deve aiutare ad accompagnare incoraggiare il settore – ha ammonito il premier –. Cercheremo di proseguire, per il tempo che ci rimane, questi sforzi. il Testo Unico del Vino è in fase di attuazione: ci sono 28 decreti e su alcuni stiamo ancora lavorando. So che dal mondo delle imprese c’è molta attenzione al bando Ocm, che uscirà nei prossimi giorni”. La missione del vino è, al contempo, quella di puntare sull’innovazione, senza dimenticare le radici con i territori. “Il settore ha bisogno di un contesto in cui il lavoro fatto in questi anni non venga disperso e senza incognite geopolitiche – ha concluso il presidente del Consiglio – . Abbiamo bisogno che gli scambi proseguano senza dazi, chiusure o tariffe, ma con la tutela dei prodotti originali di cui il nostro Paese ha bisogno”.
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