Web forum e business 4.0, a Castelfranco Veneto (Treviso) un summit tra trecento aziende e partite Iva di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. C’erano imprenditori nel settore dei servizi, proprietari di aziende vinicole, manager di multinazionali dal settore dell’auto a quello dell’abbigliamento, ma anche giornalisti, referenti commerciali e titolari di negozi e palestre. Un incontro esclusivo, solo su invito, e riservato alle aziende per esplorare le nuove frontiere dell’online, in particolare sul fronte della lead generation e del video marketing. La prima azione consiste nel raccogliere on line dati degli utenti tramite offerte, landing page o sistemi più sofisticati che usano i cookies per poi trasformare queste persone in clienti. La seconda, invece, è il racconto video di prodotti e storie aziendali da diffondere sui social. Dunque i lavori hanno preso avvio con un approfondimento sul Roi (cioè l’indice di redditività, il ritorno sugli investimenti) e sugli annunci di social media cher resta imbattibile: attraverso campagne mirate, infatti, si possono raggiungere dei costi molto bassi su Facebook, guadagnando terreno in maniera semplice e veloce. Il 70% dei business-to-consumer ha acquisito clienti attraverso Facebook e l’84% dei Ceo e dei Vice president prende decisioni che riguardano i prodotti utilizzando questi canali. Luca Colombo, Country Manager di Facebook Italia, durante la tappa italiana di “Boost your business” del 2016, aveva precisato così il fenomeno legandolo all’ambiente produttivo: “In Italia l’87% dei presenti su Facebook, ossia 22 milioni al giorno, ha una connessione con una pmi». Bakdounes, Ceo di Velvet Media, commenta così il trend: “E’ necessario saper produrre contenuti sui social e che siano gli stessi clienti a condividerli per garantire il miglior engagement possibile, ossia interazioni dei nostri post con sempre più persone”.
Tra i metodi migliori, l’utilizzo di video. Infatti, in media gli italiani passano 15 minuti al giorno su YouTube. Per questo il 65% degli utenti si aspetta trovare video nei siti che visita, il 52% dei professionisti dice che i contenuti video danno miglior Roi, il 92% degli utenti Fb condivide un video a settimana, l’80% degli utenti ricorda un video visto ultimo mese e dopo aver visto video il 64% utenti acquista on line. Stando a dati elaborati da Velvet Media su ricerche di mercato, nel 2018 il 74% traffico internet proverrà dai video perché il 45% delle persone che hanno tablet guarda un’ora video giorno, forma di comunicazione che il 74% dei marketing strategisti ritiene la più efficace forma di comunicazione. Andrea Zaniolo, manager di Velvet Media: “lo scorso anno il video posting è aumentato del 360% su Facebook e non ci stupiamo che quando lo usiamo per promuovere una azienda la conversione in cliente dell’utente aumenta in media dell’8%”. Ecco allora che Velvet Media sta focalizzando molte delle proprie energie nel video marketing. “Non dimentichiamoci che l’algoritmo di Facebook mostra otto volte di più un video rispetto ad una foto”, ha sottolineato Zaniolo; “per questo serve produrre video che non durino troppo, che sappiano divertire ed emozionare, nella consapevolezza che i primi cinque secondi sono fondamentali per mantenere alta l’attenzione della persona che è sul social network e che, non dimentichiamolo mai, lo usa per svago e divertimento”. Il tutto con un obiettivo ben evidente: trovare clienti per poi vendere on line. È peraltro cosa nota che le vendite sui marketplace 2.0 e sugli e-commerce stanno crescendo con ritmi a due cifre. Simone Bittoto, ceo & founder di EuroStep Srl ha esposto così il fenomeno: “Gli over 35 hanno a disposizione il 70 per cento del reddito che si spende nel mercato, e la percentuale è in crescita, considerato anche che a breve i Millennials entreranno in quella fase d’età e con loro la propensione alla spesa”. Nel mentre, la crescita di chi trova un prodotto in un negozio ma poi lo compera on line è cresciuta dal 26% al 34% e scesa dall’84% al 74% quella di chi si informa on line per poi uscire di casa a comperare. Il tutto accade in un mondo dove ormai ogni prodotto fisico “a codice univoco e che non si mangia” e il 35% dell’offerta totale on line è venduto da Amazon. “La compravendita online è costante aumento – ha concluso Bittoto – follia sperare di invertire il fenomeno”.