Per il turismo veneto il 2016 è stato l’anno dei record, con 17,9 milioni di arrivi e 65,4 milioni di presenze, ma potrebbe essere battuto dal 2017. Lo dicono le stime sul primo semestre del corrente anno, confrontate con i dati dello stesso periodo del 2016, che sono state illustrate a Venezia; per le categorie degli alberghi e dei campeggi, indicano un aumento dell’8,3% degli arrivi e dell’8,1% delle presenze, con più 9% e più 7,2% per gli italiani e con più 7,8% e più 8,3% per gli stranieri. Tra i settori, è il mare a tener banco negli arrivi, con un più 19,7% rispetto a gennaio-giugno 2016, con le terme a più 7,9%, le città d’arte a più 7,2%, il lago a più 4,3% (ma dopo un vero boom nel 2016), la montagna a più 3,5% con un significativo recupero di arrivi stranieri. Anche su base provinciale, l’asticella segna tutti valori in positivo, con picchi di arrivi e presenze a Rovigo, Treviso, Padova e Vicenza. Nelle tipologie ricettive considerate, gli alberghi sono cresciuti del 7,5% negli arrivi e del 6,0% nelle presenze; i campeggi (o centri vacanze) fanno addirittura segna più 17,3% negli arrivi e più 16,2% nelle presenze. E’ stata elaborata anche una previsione sul turismo del bacino tedesco-austriaco, il più importante mercato del turismo veneto. Sempre nel primo semestre (gennaio-giugno 2017) hanno fatto registrare 4,8 milioni di presenze, contro i 4,2 milioni dello stesso periodo del 2016. Nel primo semestre 2017 le loro presenze sono aumentate del 12,9% e gli arrivi del 9,9%. Sono state fatte stime, ma sono estremamente significative – ha detto l’assessore veneto al turismo F. Caner – tenendo conto che le due categorie interessate, alberghi e campeggi, accolgono l’83% del totale degli arrivi e il 77% delle presenze. Nel successo complessivo che si va configurando, da notare la risalita del gradimento degli italiani, che aumentano più degli stranieri. Si tratta di dati che vanno letti nell’ottica delle stagionalità. Ad esempio, la grande crescita del mare riguarda una piccola fetta di stagione nel corso della quale il bel tempo ha aiutato, così come, nella piccola contrazione delle presenze in montagna ha certamente influito la poca neve invernale, nonostante che in Veneto le piste siano state ben innevate artificialmente.