Il restauro del Ponte dell’Accademia di Venezia è stato completato e l’inaugurazione è il 29 agosto alla presenza del sindaco Lugi Brugnaro. I lavori sono durati oltre dieci mesi e la nuova opera si deve alla generosità dell’imprenditore Leonardo Del Vecchio, presidente di Luxottica, che ha donato al Comune di Venezia un milione e 700 mila euro. Un gesto di generosità per amore di Venezia; il gruppo Luxottica ha cominciato a svilupparsi da Agodo (Belluno); il “patron” non ha preteso ritorni di immagine per la sua mega-società dell’occhialeria. La vista dal Ponte dell’Accademia è unica: guardando verso il Bacino di San Marco, è la spettacolare Basilica della Salute a spiccare su tutto, in particolare quando illuminata daL tramonto. Questi alcuni particolari del restauro, eseguiti dalle ditte Pasqualucci e Salmistrari (nella foto operai specializzati impegnati nel restauro): l’arco d’acciaio aveva le travi in ferro del 1948 che erano molto corrose dalla ruggine ed il ponte è stato rifatto nella parte lignea con l’uso di larice europeo, rovere e larice siberiano, qualità lignee più resistenti alle condizioni atmosferiche. Unico particolare che il ponte non sarà accessibie ai disabili (come per il passato) in quanto impossibile realizzare delle rampe a norma, mancando la pendenza necessaria. I ponti a Venezia oggetto di forti afflussi di persone sono: Rialto, Calatrava, Scalzi e Accademia. Nel 1838 (periodo dell’ultima dominazione austriaca, 1848-1866) l’architetto Giuseppe Salvadori avanzò varie proposte per costruire un nuovo ponte che attraversasse il Canal Grande. Una di queste proposte prevedeva un tunnel sotto il canale, al fine di non creare problemi al passaggio delle imbarcazioni alberate. Nel 1852 l’ingegnere inglese Alfred Neville, che aveva già diretto la costruzione di 37 ponti sospesi in ferro in Europa, propose un ponte di una sola travata orizzontale di 50 metri di luce. Il ponte, chiamato Ponte della Carità, venne realizzato e aperto al pubblico, a pedaggio, nel 1854. Si ricorda ancora nei documenti che l’ingegnere Neville fu colui che realizzò un’analoga struttura davanti alla stazione ferroviaria ma queste due opere non furono ben accette dai veneziani, perché avevano uno stile troppo “industriale” che strideva con contesto dell’architettura cittadina. Il ponte però, dopo solo alcuni anni, iniziò a presentare problemi statici a causa della debolezza di alcuni punti della struttura, e nel periodo fascista si potevano notare ormai pesanti segni di deperimento e corrosione. Durante il periodo di attesa per la costruzione del nuovo ponte in pietra, per il quale era stato indetto un concorso vinto dal progetto degli architetti Torres e Briazza, venne costruito in soli 37 giorni un ponte provvisorio in legno progettato da Eugenio Miozzi (1889-1979), che venne aperto al pubblico nel 1933. All’epoca dell’inaugurazione, era il più grande ponte ad arco in legno di tutta Europa. Il legno del ponte ha avuto bisogno di una manutenzione continua e costosa, e nel 1986 c’è stata una totale sostituzione degli elementi in legno, con l’inserimento di archi metallici. Ma il tempo, il continuo passaggio di turisti e veneziani logora lentamente il ponte, anche se sono stati adoperati materiali resistenti e innovativi. La “lezione” per le amministrazioni e per chi ha il dovere di tutelare la popolazione è quella di non trascurare mai di fare manutenzione, in particolare sul patrimonio pubblico o in concessione.