Il Montello è una singolare, piccola collina di terra rossa, di forma ellittica, che si erge isolata nella pianura in provincia di Treviso, con una altitudine massima di circa 350 metri. Una dorsale lo attraversa per 15 chilometri in direzione est/ovest, mentre le 21 strade che vanno da nord a sud vengono chiamate “prese” e sono identificate con un numero progressivo, a partire da Nervesa della Battaglia.
La fama del luogo è dovuta al fatto che questo è stato prima il bosco, assieme alla foresta del Cansiglio, da cui la Serenissima attingeva il legname necessario per la costruzione delle galee e altre navi da guerra o da trasporto, e che poi fu teatro di scontri sul finire della Grande Guerra. Un itinerario permette infatti di visitare, oltre ai paesaggi del fiume Piave, anche i bunker utilizzati nel corso degli scontri del 1917-1918. È anche la mèta ideale per una giornata all’aria aperta, grazie ai sentieri immersi nella natura da percorrere a piedi o in bicicletta. Il sentiero più classico per i bikers è l’anello che gira tutto intorno al Montello: un itinerario quasi completamente pianeggiante e adatto quindi anche ai meno sportivi, per un totale di 33 chilometri (foto Marcadoc,arch.). Lungo il percorso si trova l’Abbazia di Sant’Eustachio, monastero benedettino abbandonato nel Cinquecento di cui oggi restano delle suggestive rovine, e il vicino Sacrario di Nervesa, che offre, oltre a una mostra dedicata alla battaglia del Solstizio, una bellissima vista panoramica sul fiume Piave. L’itinerario prosegue toccando il Monumento Baracca, costruito laddove venne abbattuto il celebre aviatore, continuando poi con un breve sentiero nel bosco verso Giavera dove si incontrano Villa Wassermann e il cimitero dei caduti Britannici. Sono diversi i percorsi naturalistici che si possono intraprendere per addentrarsi alla scoperta del bosco. Da visitare c’è il Bus de la Petena, una piccola cavità inserita lungo il Coston sul versante nord del Montello. Per cercare di raggiungere questa grotta occorre prendere Via Frà Giocondo a Nervesa della Battaglia, costeggiando il Piave. Al bivio si arriva alla Centrale idroelettrica di Castelviero fino alla “Casa Rossa”, ospedale militare austriaco durante la Grande Guerra. Il percorso costeggia i vigneti sulla destra, fino a raggiungere la zona mineraria. La grotta si trova proprio di fronte la zona mineraria, ma il fitto bosco non lascia intravedere il piccolo sentiero che lo raggiunge e che parte dopo circa una ventina di metri dalla zona mineraria. La grotta ha due ingressi con due sale che si sviluppano per circa una ventina di metri. Il suo nome deriva dalle lunghe concrezioni a forma di pettine che segnano il soffitto. Questo luogo veniva usato in passato dai pastori di passaggio, poiché al contrario di altre cavità montelliane si presenta stranamente asciutto. Durante la Prima Guerra Mondiale le truppe italiane vi avevano inserito una postazione di mitragliatrice visibile. I sentieri sul Montello sono raggruppati in quattro grandi itinerari costituiti da una serie di anelli congiunti tra loro, molto interessanti anche da un punto di vista paesaggistico. L’intricata boscaglia cela numerosi e inaspettati segni del passato: la Prima Guerra Mondiale, in particolare, ha lasciato sulla collina indelebili testimonianze che oggi possono essere visitate anche su due ruote attraverso un itinerario facile e scorrevole che si snoda principalmente su mulattiere e strade secondarie. La struttura geologica del Montello è composta da conglomerati alluvionali, trasportati dal fiume Piave, risalenti al Cretaceo Superiore e al Miocene Superiore (tra i 60 e i 5 milioni di anni fa). Lo stesso nome indica che non si tratta di una vera collina, ma l’altezza modesta non lo rende neppure una montagna. Tipiche del Montello sono le doline carsiche, con la formazione di grotte, alcune delle quali visitabili come la grotta più imponente e famosa, il Tavaran Grando, e altre come il Buoro di Ciano. Il bosco del Montello offre un’atmosfera unica,lontano dalle frenesie della vita moderna ma allo stesso tempo con i centri abitati non molto lontani. Diversi sono i percorsi naturalistici, raggruppati in quattro grandi itinerari ad anello, congiunti tra di loro: itinerario del Bosco della Serenissima, itinerario dei Bisnent, itinerario della Certosa e l’itinerario dei Croderi. Ogni percorso presenta delle sue peculiarità e trae la sua origine dalla storia di questo colle e dagli ambienti che si attraversano lungo il cammino. Ma il bello di questi luoghi è che la fitta rete di strade e stradine che corrono all’interno del bosco, consentono ad ognuno di percorrerle un pò a caso e di crearsi un proprio itinerario, con la certezza di imbattersi in qualche piacevole sorpresa del paesaggio: un panorama, uno scoiattolo o un fagiano che attraversa la strada, il canto di qualche uccello. Tra i mammiferi si segnala la presenza del piccolo toporagno, la talpa, il ghiro, il moscardino, il topo selvatico, le arvicole, gli scoiattoli e i pipistrelli. Di più facile avvistamento sono: scoiattolo, volpe, lepre, donnola, faina, tasso, daino e il capriolo. La vicinanza del fiume Piave, richiama da sempre gli uccelli migratori, rendendo questa zona una delle più importanti “fly-way” del territorio nazionale. Tra specie sedentarie e di passaggio, qui si possono avvistare circa un centinaio di uccelli; un paradiso per il bird-watching. Tra i più comuni: allocco, barbagianni, beccaccia, falco peccaiolo, gufo comune, poiana, sparviero e la beccaccia, mentre più rari sono il picchio verde o il picchio rosso. Il Montello è un bosco e non è semplicissimo orientarsi, anche per la gente del posto, quando si lasciano i sentieri principali. Questi alcuni itinerari: Da Sbeghen al Santuario; Passeggiata della Grande Guerra; Da Francesco Baracca all’Ossario del Montello; Passeggiata verso l’Osservatorio del Re; Itineraio dei bunker; Passeggiata Codecassol; Passeggiata Loredan Gasparini; Via Crucis di San Martino; Dalla Presa VII a Santi Angeli; Da Bavaria alla Valle delle Tre Fonti e Passaggio a nord ovest. Si tratta di tranquille passeggiate alla scoperta di ambienti e panorami suggestivi, o per i buongustai alla ricerca dei prodotti del sottobosco, anche con l’uso del cavallo. Questa zona è particolarmente indicata per la corsa, il trekking ma ciclismo e mountain bike sono favoriti grazie alla buona viabilità presente. A completare il Montello, una fitta rete di ristoranti, agriturismi e altre strutture ricettive e fattorie didattiche, alcuni dei quali dal sapore ancora contadino, con una cucina tradizionale votata ai prodotti del posto: vini, miele, olio, funghi, salumi e formaggi locali, carne ed erbe e frutti spontanei stagionali, come le castagne. Nella zona ci sono pure aziende agricole e piccoli allevamenti. (ODM)
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