Alla giovane ricercatrice padovana Roberta Sommaggio il Premio Gianni Bonadonna 2015, indirizzato a giovani ricercatori di età non superiore a 40 anni per lavori originali e inediti. Le cerimonia a Milano in occasione del terzo Congresso Internazionale della Fondazione Michelangelo “Promises and challenges of developing new drugs in oncology”, svoltasi al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Sommaggio lavora al Laboratorio di Immunologia dei Tumori del Prof. Antonio Rosato nel Dipartimento di Chirurgia, Oncologia e Gastroenterologia dell’Università di Padova – Istituto Oncologico Veneto (IOV). Tra i numerosi partecipanti al concorso, sono stati selezionati tre candidati finalisti per la presentazione dei loro progetti durante il congresso, progetti e presentazione che sono stati valutati dal Comitato Scientifico presieduto da Luca Gianni, direttore del Dipartimento di Oncologia medica all’ospedale San Raffaele di Milano. Il premio consiste in un finanziamento pari a 20.000 euro come contributo per la realizzazione del suo progetto di ricerca intitolato “Smart adoptive T cell therapy for prostate tumors: Endowing T cells with tools to overcome PD-1 checkpoint”, che si propone di migliorare gli approcci terapeutici nei confronti del cancro della prostata, la seconda causa di mortalità maschile per tumore nel mondo occidentale. Nello specifico, il progetto si sviluppa nell’ambito dell’immunoterapia cellulare, e prevede lo sviluppo di linfociti T opportunamente ingegnerizzati non solo per essere in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali prostatiche, ma anche per superare le barriere immunosoppressive locali poste in atto dal tumore per eludere la risposta immune, in particolare il cosiddetto “checkpoint” PD-1. Nel complesso, le strategie delineate in questo progetto permetteranno di aumentare l’attività e l’efficacia dei linfociti T utilizzati nella terapia cellulare per il cancro alla prostata, e potranno successivamente trovare applicazione in tutti quei contesti neoplastici che prevedano la somministrazione di cellule T nel paziente.