Subire una truffa da migliaia di euro fa davvero rabbia. Ma la rabbia cresce se la truffa è stata possibile per una “leggerezza” della propria banca. Sotto questo aspetto la storia di R.B., impiegato mestrino, è davvero emblematica. L’uomo infatti s’è visto “sottrarre” dal proprio conto 33 mila euro da un truffatore a fronte di un assegno circolare contraffatto. La vicenda si concretizza fra l’ultima settimana di settembre e i primi giorni di ottobre. R.B. trova sul sito Subito.it l’annuncio della vendita di un camper Knaus Sky Wave 650 MG al prezzo di 33 mila euro. L’offerta gli interessa, contatta così il sedicente venditore il quale gli dice che il mezzo è ad Arezzo in deposito. Dopo diverse telefonate, il venditore propone di portare il camper a Mestre, nel frattempo, però, chiede a R.B. di inviargli la copia di un assegno circolare per dimostrargli di avere le disponibilità economiche richieste, avendo avuto brutte esperienze con altri papabili compratori. L’impiegato mestrino, dunque, si rivolge al suo istituto di credito, CheBanca, filiale di via Cappuccina, si fa fare l’assegno circolare e invia la fotocopia. Nei giorni successivi il sedicente proprietario del camper rinvia l’appuntamento poi sparisce e non si fa più trovare. R.B. dunque torna nella sua banca, riversa l’assegno e viene rassicurato sul fatto che nessuno abbia prelevato i soldi. Intanto presenta anche denuncia ai carabinieri per possibile truffa. Il 5 ottobre R.B. prova a prelevare tutte le sue disponibilità, compresi i 33 mila euro, ma non ci riesce. Il giorno dopo da CheBanca arriva la pessima notizia: l’assegno circolare da 33 mila euro è stato incassato il 27 settembre alla BpM di Milano. A questo punto l’uomo si rivolge all’Adico per chiedere giustizia. “Com’è possibile – chiede Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – che il truffatore sia riuscito a farsi cambiare la copia dell’assegno? Il cambio di un assegno circolare deve passare attraverso verifiche e controlli serrati, è chiaro che qui ci sono state delle gravissime leggerezze da parte della banca. Tramite il nostro ufficio legale abbiamo scritto a CheBanca evidenziando le loro indiscutibili mancanze e chiedendo la restituzione dei 33 mila euro sottratti dal truffatore. Se non otterremo risposte soddisfacenti tuteleremo gli interessi del nostro socio in tutte le sedi competenti e chiederemo anche il risarcimento per il danno subito”.