Rispetto delle regole e dell’ambiente: è su questi due aspetti che si basano le nuove norme per la frequentazione della montagna da parte degli appassionati della mountain bike approvate dalla Giunta provinciale di Trento. Norme che prevedono una diversa applicazione del regine di divieti sui tracciati alpini e sugli altri sentieri di montagna e l’istituzione di una “Rete dei percorsi” per praticare il cross country. Il divieto di circolazione con la bicicletta sui tracciati alpini e sugli altri sentieri di montagna riguarderà, in particolare, quei percorsi dove la coesistenza tra ciclisti ed escursionisti a piedi comporta un reale rischio per la sicurezza dei frequentatori della montagna. Così, dopo le norme per l’autorizzazione dei bike park approvate nel 2012, il Trentino ridisegna, ampliandola, la propria offerta territoriale di vacanza attiva rivolta agli appassionati della mountain bike. Più o meno dieci anni or sono, quando la mountain bike iniziò ad imporsi come fenomeno di massa, la Provincia dettò delle prime regole – quelle oggi modificate – che imponevano, di fatto, un divieto generalizzato di utilizzo dei sentieri, considerato il divieto di percorrere quelli con pendenza superiore al 20% e larghezza inferiore a quella della bicicletta. L’esperienza di applicazione di questa normativa ne ha dimostrato la debolezza, sia in termini di controllo del fenomeno, sia in termini di esercizio dello specifico regime sanzionatorio.In sintesi la nuova normativa sull’uso dei sentieri prevede che siano individuate fisicamente le situazioni problematiche in cui vietare la percorrenza dei sentieri con la mountain bike. La problematicità può derivare, come previsto dalla legge, sia dal danno ambientale, sia dal pericolo per altri utilizzi del sentiero, in primis quello pedonale.

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