È stata all’insegna del lavoro, dell’economia e dello spirito di iniziativa che sovente caratterizza i trentini la prima di una serie di visite istituzionali che il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha inaugurato in Cile (foto).
A capo di una delegazione della quale fanno parte la consigliera Lucia Maestri, il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner e il presidente dell’Unione famiglie trentine all’estero, Mauro Verones, il presidente trentino ha visitato a La Serena, l’azienda La Alpina fondata e gestita dalla famiglia Erler, originaria della Valle di Cembra. Un vero gioiello che si sviluppa su diversi ettari attrezzati in stabilimenti e coltivazioni intensive di ortaggi. Ad accogliere la delegazione trentina, nel frattempo completata dalla presenza del Console onorario Aldo Albasini Broll, del Consultore Omar Daud Albasini, del presidente del Circolo trentino a La Serena, Tullio Albasini, tre generazioni Erler che nel tempo hanno saputo costruire una realtà imprenditoriale importante. Dal primo nucleo del mobilificio che ancora oggi sponsorizza la squadra di calcio de La Serena si è passati ad una grande fabbrica che dà lavoro a circa 200 dipendenti. Altrettanti trovano impiego invece nell’agroalimentare dove la famiglia Erler ha deciso di puntare per diversificare il business. Ed è qui che si sono messi in campo importanti investimenti in macchinari e soluzioni d’avanguardia per la coltivazione di carote (gli Erler riforniscono tutti i supermercati cikeni) e la lattuga (di grande effetto la tecnica di coltivazione idroponica adottata). Quella dei Erler è una bella storia di emigrazione di successo, tutt’altro che scontata se si considerano le condizioni di partenza dei nostri concittadini tutt’altro che favorevoli. Chi partì negli anni Cinquanta ricevette dei lotti in pieno deserto, con un terreno con livelli di salinità elevati e pozzi non funzionanti. La vicinanza al fiume Elqui rappresentava un potenziale vantaggio virgola ma in ogni caso mancavano i macchinari e persino le case. I primi anni di colonizzazione furono molto duri malgrado gli aiuti, ma col passare del tempo il progetto si rivelò buono e la maggior parte delle famiglie riuscì a produrre derrate alimentari da smerciare nei centri vicini. Oggi le condizioni generali sono di gran lunga migliorate, anche per merito di un forte investimento sulla scolarizzazione. Ed è da qui che prenderà le mosse con una cerimonia alla scuola italiana Alcide De Gasperi fondata nel 1991 dalla comunità trentina e finanziata anche dalla Provincia.
A capo di una delegazione della quale fanno parte la consigliera Lucia Maestri, il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner e il presidente dell’Unione famiglie trentine all’estero, Mauro Verones, il presidente trentino ha visitato a La Serena, l’azienda La Alpina fondata e gestita dalla famiglia Erler, originaria della Valle di Cembra. Un vero gioiello che si sviluppa su diversi ettari attrezzati in stabilimenti e coltivazioni intensive di ortaggi. Ad accogliere la delegazione trentina, nel frattempo completata dalla presenza del Console onorario Aldo Albasini Broll, del Consultore Omar Daud Albasini, del presidente del Circolo trentino a La Serena, Tullio Albasini, tre generazioni Erler che nel tempo hanno saputo costruire una realtà imprenditoriale importante. Dal primo nucleo del mobilificio che ancora oggi sponsorizza la squadra di calcio de La Serena si è passati ad una grande fabbrica che dà lavoro a circa 200 dipendenti. Altrettanti trovano impiego invece nell’agroalimentare dove la famiglia Erler ha deciso di puntare per diversificare il business. Ed è qui che si sono messi in campo importanti investimenti in macchinari e soluzioni d’avanguardia per la coltivazione di carote (gli Erler riforniscono tutti i supermercati cikeni) e la lattuga (di grande effetto la tecnica di coltivazione idroponica adottata). Quella dei Erler è una bella storia di emigrazione di successo, tutt’altro che scontata se si considerano le condizioni di partenza dei nostri concittadini tutt’altro che favorevoli. Chi partì negli anni Cinquanta ricevette dei lotti in pieno deserto, con un terreno con livelli di salinità elevati e pozzi non funzionanti. La vicinanza al fiume Elqui rappresentava un potenziale vantaggio virgola ma in ogni caso mancavano i macchinari e persino le case. I primi anni di colonizzazione furono molto duri malgrado gli aiuti, ma col passare del tempo il progetto si rivelò buono e la maggior parte delle famiglie riuscì a produrre derrate alimentari da smerciare nei centri vicini. Oggi le condizioni generali sono di gran lunga migliorate, anche per merito di un forte investimento sulla scolarizzazione. Ed è da qui che prenderà le mosse con una cerimonia alla scuola italiana Alcide De Gasperi fondata nel 1991 dalla comunità trentina e finanziata anche dalla Provincia.