“Esprimo piena e totale solidarietà al capotreno coinvolto in una vicenda incomprensibile per la gente comune, e a tutti i lavoratori delle Ferrovie dello Stato, costretti a fronteggiare sempre più difficoltà per il solo fatto di compiere il loro dovere. Fatta questa doverosa premessa invito tutti, a cominciare dal legislatore, a chiedersi quali siano le cause reali che portano a certe situazioni”. Lo ha sostenuto il Presidente della Regione Veneto in relazione alla vicenda di un capotreno padovano, condannato a 20 giorni per violenza privata, e sul quale incombe anche un procedimento per abuso d’ufficio, per aver fatto scendere dal treno un viaggiatore che viaggiava con biglietto irregolare (tratta Belluno). “Il fatto che il viaggiatore in questione sia straniero o italiano, bianco o di colore – ha aggiunto il Governatore – non ha alcuna rilevanza. Ha rilevanza che di fatto viaggiava senza aver pagato od obliterato correttamente il biglietto. La vera questione da affrontare sono le leggi colabrodo vigenti in questo paese, che in una intera legislatura il Parlamento non ha saputo modificare nella direzione della difesa della legalità invece che di un malinteso garantismo per chi non rispetta le regole del vivere civile”.“Per una volta – ha sottolineato il Presidente del Veneto – non ci si concentri sui magistrati e sui loro atti, ma sul Parlamento, e ci si chieda quali leggi ha prodotto, consegnandole alle giurisdizioni che le devono poi applicare. Io mi chiedo: il Parlamento cosa fa e cosa ha fatto? Perché in Europa le leggi non spediscono alla sbarra chi fa rispettare la legge bensì mandano sotto processo chi le viola? Come sarebbe stata punita la violazione nel paese di provenienza del signore pizzicato col biglietto non valido? Per la cronaca la decisione del tribunale di Belluno non è stata accolta con favore dall’utenza ferroviaria, e di Belluno, in particolare; da interviste tra i viaggiatori nella stazione di Belluno è emersa netta contrarietà alla condanna del capotreno di Trenitalia il quale non ha fatto altro che applicare il regolamento. E’ evidente che il caso avrà seguito. Questi i fatti relativi alla decisione della magistratura. Andrea Favaretto, il capotreno di Selvazzano (PD) che il 12 novembre 2014 aveva fatto scendere dal treno alla stazione di Santa Giustina (Belluno) un nigeriano privo di regolare biglietto, è stato condannato dal Tribunale di Belluno per violenza privata ed altri potenziali tre anni per abuso d’ufficio. “Questa sentenza – ha dichiarato il consigliere regionale Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) – è semplicemente assurda. Il comportamento del capotreno, che ogni giorno ha a che fare con personaggi che non rispettano le regole e reagiscono con atteggiamento sprezzante ai richiami, è stato ineccepibile. È bene sottolineare che il nigeriano in questione ora non vive più in Italia perché è stato espulso e al momento risulta irreperibile, mentre una persona per bene che ha solo svolto il suo lavoro, tutelando i passeggeri onesti, potrebbe dover scontare una pena superiore ai tre anni in carcere come fosse un delinquente comune. Secondo il consigliere Guadagnini “la magistratura dovrebbe pensare a perseguire i veri reati e non i pubblici ufficiali che agiscono nell’interesse della collettività. Un caso come questo crea un precedente pericoloso che metterà in difficoltà i controllori dei treni, che da oggi in poi, per paura di poter incappare in condanne di questo tipo, si guarderanno bene (a ragione) dallo svolgere fino in fondo il loro lavoro. Episodi come questo danneggiano irreparabilmente l’immagine delle giustizia italiana, perché danno l’impressione che essa confonda sempre più spesso i malfattori con persone per bene mandando inoltre un messaggio devastante ai furbi che capiranno di poter continuare a fare quello che vogliono rimanendo impuniti”.