I treni regionali di Trenitalia esistono ancora. Solo che l’azienda ferroviaria fa di tutto per nasconderli, proponendo agli utenti delle biglietterie automatiche, del sito e della app, esclusivamente le soluzioni più costose, le Frecce. E tenendo quindi inaccessibili quelle più economiche. Una pratica commerciale scorretta nei confronti dei consumatori che l’Antitrust ha sanzionato con la multa massima prevista, 5 milioni di euro, obbligando anche la società a dare notizia del procedimento ai suoi clienti attraverso un messaggio che comparirà su tutti i canali di prenotazione. Lo ha pubblicato il quotidiano La Repubblica e lo ha segnalato, tra gli altri, anche l’Ass. difesa consumatori (Adico) di Mestre. Ai suoi clienti, Trenitalia dava solo l’illusione di scegliere tra “tutti i treni” disponibili, come recita una opzione presente sulle emettitrici di biglietti self-service e sull’app. Dopo un’Perindagine che si è protratta nel tempo, l’Autorità per la Concorrenza ha accertato che in realtà le soluzioni di viaggio proposte omettono numerose soluzioni con treni regionali, pur trattandosi di alternative del tutto sostituibili a quelle mostrate, magari con qualche minuto appena di attesa in più. Nel dettaglio, ha scritto l’Antitrust nel documento con cui ha notificato la sanzione alla società, una soluzione di viaggio che prevede il cambio e l’utilizzo di convogli locali non è “mai inclusa nei risultati di ricerca”. E soprattutto non c’è alcun modo di rintracciarla, se non attraverso la specifica ricerca con l’opzione “Regionali” sul sito internet. A quel punto, non resta che prenotare il posto su una Freccia o un Intercity. Nota di cronaca: per chi legge, il provvedimento dell’Antitrust o ha subito personalmente questo genere di astuzia commerciale, è stato osservato da vari cittadini-viaggiatori, la maxi multa a Trenitalia è apparsa doverosa, forse anche tardiva, e purtroppo non va a coprire i danni (di tempo e denaro) subiti dai viaggiatori che hanno usato le biglietterie automatiche, le app e il sito aziendale.