La Corte dei Conti del veneto sta indagando da un po’ di tempo a questa parte sui costi maggiori sopportati dalle casse pubbliche per la realizzazione del tram da Mestre a Venezia, con collegamento anche a Marghera. E’ noto che la linea tranviaria consuma 2500 euro al giorno per la sola energia elettrica . Ma la cosa più grave, ed è oggetto di numerose proteste di cittadini e pendolari, è che il tram è rimasto fermo 170 volte dal 16 settembre 2015 (data di inizio del servizio) al 4 marzo corrente. Oltre al suo costo elettrico, la linea viene temporaneamente sostituita ogni volta che il tram si blocca da autobus, con evidenti altri costi aggiuntivi che non sono di poco conto. A questo punto, il comune di Venezia ha fatto sapere che attenderà altri 2 mesi, cioè fino a maggio, per arrivare ad una soluzione. Si è infatti ipotizzato un referendum popolare per tenerlo in vita e di conseguenza trovare corsie privilegiate, l’altra ipotesi è quella di interrare il binario e mettere in servizio dei filobus a, alimentati da rete aerea. Così l’Assessore alla Mobilità del Comune Renato Boraso. Già il sindaco del comune di Venezia Luigi Brugnaro si è detto contrario a scegliere le corsie riservate al tram che per semplificare, significa penalizzare tutta la circolazione sul territorio interessato, in particolare lungo il ponte della Libertà, che collega la terra ferma a Venezia. La Corte dei Conti si sta occupando anche di altre anomalie sui lievitati costi di opere pubbliche , quale il ponte di Calatrava e sulla installazione per disabili dell’ovovia, che è tuttora fuori servizio. Appare evidente che il tram di Venezia, chiamato siluro rosso dal colore delle carrozze, sarà al centro di importanti decisioni. Il tram è nuovo e moderno ma l’utenza pretende che funzioni come quello di Padova che da anni ormai viaggia regolarmente

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