Nella frazione di Selva di Progno, uno dei 13 Comuni della Lessinia costituiti nell’epoca scaligera dai Cimbri, si sono concluse da poco le feste dei Trombini di San Bortolo di Montagna, dove una nutrita schiera di trombonieri (ovvero gli sparatori di quest’arma inoffensiva) è riunita in un’associazione folkloristica unica nel suo genere in Europa. I trombonieri portano avanti le antiche usanze degli avi e con i loro schioppi allietano le feste del proprio paese, dei paesi della provincia di Verona e di altre città del Veneto. Vengono invitati anche all’estero per rendere più spettacolari le occasioni di festa. I Trombini erano degli “scioppi” diffusi in tutta la Lessinia ed il loro compito era quello di produrre un forte rumore. La loro presenza è attestata in varie zone della provincia di Verona fin dalla fine del ‘600; le loro salve che rimbombavano fino a valle, salutavano l’ingresso del parroco, la visita del vescovo, le varie visite pastorali che si organizzavano nei paesi come a Boscochiesanuova, Vestenanova, Illasi, Tregnago, Selva di Progno. Dalle cronache delle visite pastorali si rileva che il saluto alle supreme autorità religiose veniva tributato con spari prodotti da arnesi adoperati, all’occorrenza, da gruppi di milizie rusticane con compiti di polizia locale. I montanari della Lessinia avevano ottenuto, sin dall’epoca degli Scaligeri, dei privilegi come l’esenzione da alcuni dazi, in cambio del compito di custodire i monti e i paesi verso Trento, per i quali si andava in Germania. I trombini servivano allo scopo. Essi avevano tutte le caratteristiche dell’arma da fuoco, ma con il tempo sono diventati arnesi innocui che sparano per suscitare tripudio e gioia, per celebrare un matrimonio o per festeggiare una sagra patronale. Derivazione dell’archibugio, della spingarda, il trombino non è per niente maneggevole ed è piuttosto pesante. Richiede una lunga operazione di caricamento ed il suo rinculo, se imboccato da un solo operatore, produce più danno allo sparatore che al bersaglio. Il trombino perciò ha la precisa ed esclusiva funzione di produrre un gran fragore. Come i botti di Capodanno, come manifestazione di festa, di gioia, di solennità. Nel corso degli ultimi anni alcuni opuscoli editi dal Curatorium Cimbricum Veronense si sono riproposti di recuperare e diffondere la conoscenza delle antiche attività lavorative proprie della terra dei Cimbri e dei relativi strumenti di carattere ludico-creativo come i trombini, “arnesi da festa” , “da sagra”. Nel 1976 nacque l’Associazione folkloristica “Trombini di San Bartolomeo della Montagna”. L’esibizione dei trombonieri costituisce sempre, ancor oggi, una forte attrattiva nel pubblico che assiste e partecipa. Dopo aver caricato i trombini, i curiosi vengono fatti allontanare a distanza di sicurezza. Gli sparatori prendono in braccio le armi, incendiano l’esca che dà fuoco alla polvere nera che esplode con un gran fragore in una nuvola di fumo bianco che avvolge trombino e tromboniere producendo un fragoroso botto. Lo schioppo pesa anche 40 chili. Talvolta l’attesa del botto va delusa: l’arma fa cilecca e al posto dello scoppio fragoroso si ode un misero clic. Nel tempo, l’arma per la difesa del territorio si è così trasformata in oggetto folkloristico ed i trombini costruiti dagli artigiani del ‘900 sono considerati rare armi artistiche. A Badia Calavena i Pistonieri si distinguono dai Trombonieri per il nome e per i colori della divisa. Ma pistoni e trombini, che sono la stessa cosa, hanno medesime origine storiche. Le Associazioni “I trombini di San Bartolomeo” (di Selva di Progno) e “I pistonieri dell’Abbazia” (di Badia Calavena) mantengono viva la tradizione ereditata dai padri, accompagnando ogni festa patronale, ogni evento eccezionale del territorio, partecipando a manifestazioni in Italia e all’estero (foto). Quelli di Badia, si incontrano annualmente, per scambiarsi visite ed esperienze culturali con gli Schùtzen di Landshut. Pistonieri e trombonieri hanno raggiunto una tale abilità nel manovrare i loro pesanti strumenti, che vederli all’opera è uno spettacolo. Il Museo di San Bartolomeo documenta la costruzione del trombino, il suo evolversi sulle spalle dello sparatore, le varie fasi del caricamento, la pressione esercitata sulla polvere immessa nella canna e le operazioni di sparo. Il Museo raccoglie alcuni di questi trombini o pistoni, oggetti così particolari e di cui non se ne conoscono di uguali in altre parti del mondo. (odm)

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