Nella foto (UniPd)”Il falso originale. Un originale falso o l’ultima commedia di Goldoni?” di Anna Scannapieco (Marsilio). Francesca Boccalett o sul Bo Live, il giornale web dell’ateneo di Padova, ha scritto, come definito dalla stessa autrice, un testo giallo teatral-scientifico. Al centro trovano posto l’affaire Spallanzani, una disputa settecentesca tra scienziati dell’Università di Pavia, fatta di invidie e ripicche, e il ritrovamento di una commedia, ispirata proprio a quel fatto realmente accaduto nell’Europa dei Lumi, forse scritta da Carlo Goldoni. Nel dicembre 1989, a un mercatino dell’antiquariato di Milano, il regista italo-belga Andrea Dalla Zanna nota una stampa malconcia, datata 1796, che attira subito la sua attenzione: si tratta di una commedia, edita dal veneziano Garbo, di cui si legge il titolo a fatica e di cui si ignora l’autore. Inizia così, anzi, ricomincia da qui una storia che attraversa i secoli intrecciando scienza e teatro, indagini e misteri irrisolti. A svelare i dettagli di questo “thriller filologico” è Anna Scannapieco, docente di Storia della drammaturgia e Filologia dei testi teatrali all’Università di Padova, autrice de Il falso originale. Un originale falso o l’ultima commedia di Goldoni? edito da Marsilio (sempre per Marsilio è in uscita il suo saggio Comici & poeti, attori e autori nel teatro italiano del Settecento), libro che approfondisce, indaga e cerca di rispondere a una domanda: siamo davvero di fronte all’ultima opera del commediografo veneziano? Scannapieco racconta i dettagli dell’affaire Spallanzani, il passaggio da realtà a commedia e la figura di Laura Bassi, prima donna ammessa all’Istituto delle Scienze di Bologna, ispiratrice del ruolo di Rosaura (riprese: Rocchi). “Il contenuto, ancora accessibile, nonostante la legatura slabbrata e la friabilità delle pagine, lasciava trapelare una commedia curiosa, che innestava in moduli drammaturgici dell’Arte, rivisitati à la manière de Goldoni, una trama insolita, allusiva a temi di carattere scientifico”. Non vi è assoluta certezza, ma molti dettagli ci portano a pensare di essere di fronte a un’opera goldoniana. “Mi sono occupata di questo caso con passione – ha detto Scannapieco – attraverso un’indagine sia esterna che interna, partendo proprio da quel che ci è rimasto della stampa”, dal nome dell’editore Garbo che rinvia alla produzione teatrale dell’autore veneziano e dalla singolare licenza di stampa che figura all’interno della misteriosa commedia e fa riferimento a un certo Laprime, dal 1775 impiegato a Parigi al ministero della Guerra e dal 1791 a quello degli Interni, collega e amico intimo del nipote di Goldoni, che avrebbe facilmente potuto metter mano alle carte dell’autore, dopo la morte avvenuta nel 1793, rendendo così disponibile l’inedito. “Gli elementi interni sono ancora più interessanti, a partire dalla prefazione dove si rilevano i connotati dello stesso Goldoni”, i riferimenti a Parigi, l’accenno alla prima commedia ambientata a Pavia, il fatto che l’autore dichiari di non scrivere più per il teatro limitandosi invece a leggere solo libri divertenti, frase che ritorna anche nei Memoires, tra cui appunto le Lettere due del dottor Francesco Lombardini bolognese al sig. dottore Gio: Antonio Scopoli professore nell’Università di Pavia, spunto per la commedia Il falso originale.