La Cgia (ass.artigiani e piccole imprese di Mestre) ha dedicato uno studio sull’Italia che risulta sempre più spaccata a metà: se dopo la crisi il Nord ha ripreso a correre e con qualche difficoltà tiene il passo della locomotiva d’Europa, la Germania, il Sud arranca e presenta una situazione socio/occupazionale addirittura peggiore della Grecia (è il fanalino dei paesi che fanno parte dell’Ue). Le variabili messe a confronto da Cgia si raggruppano in 3 aree: economia (Pil pro capite; produttività del lavoro, export/Pil e saldo commerciale/Pil); lavoro (tasso di occupazione anche femminile, tasso di disoccupazione e tasso di disoccupazione giovanile); sociale (rischio di povertà o esclusione sociale). Secondo Renato Mason della Gcgia “il gap tra il Nord e il Sud ha radici lontane che risalgono all’Unità d’Italia”. Le politiche pubbliche di sviluppo messe in campo negli ultimii 70 anni hanno prodotto solo assistenzialismo e le risorse dello Stato, anche ingenti, non sono state gestite affatto in modo ottimale, anzi taluni progetti nel Mezzogiorno non hanno favorito lo sviluppo e l’occupazione. In altre parole il sud ancora e’ la palla al piede del Paese. “Il divario tra il Nord e il Sud del nostro Paese – ha sostenuto il segretario della Cgia Renato Mason – ha radici lontane che risalgono addirittura all’unità d’Italia. Purtroppo, le politiche pubbliche di sviluppo messe in campo in questi ultimi 70 anni non hanno accorciato le distanze tra queste realtà. Anzi, per certi versi sono aumentate, poiché i livelli di crescita delle regioni settentrionali sono stati decisamente superiori a quelli registrati nel meridione, che si conferma una delle aree economicpiù disagiate dell’intera Eurozona”. E con un Paese che presenta uno squilibrio così marcato tra le principali ripartizioni geografiche che non ha eguali nel resto d’Europa, i dati statistici medi dell’Italia vanno sempre interpretaticon le dovute cautele. In particolar modo per l’Ufficio Studi News la forte presenza dell’economia non osservata che, solo per la parte del lavoro irregolare,produce nel Mezzogiorno oltre 27 miliardi di euro di valore aggiunto sommerso all’anno. “Il Sud – ha chiarito il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – può contare su una presenza di oltre 1 milione e 300 mila lavoratori in nero che rende le statistiche ufficiali sul mercato del lavoro meno allarmanti di quanto appaiono. Detto ciò, nessuno giustifica questo fenomeno quando è controllato da organizzazioni criminali o da caporali. Tuttavia, se il sommerso è una conseguenza del mancatosviluppo economico di un territorio, al tempo stesso rappresenta un ammortizzatore che consente a migliaia e migliaia di famiglie di non scivolare nella povertà o nell’esclusione sociale”. A un decennio dall’inizio della crisi economica che ha pesantemente colpito il nostro Paese, il Sud è stato la ripartizione geografica del Paese più penalizzata. Secondo una elaborazione della Fondazione Leone Moressa, tra il 2008 e il 2017 il Mezzogiorno d’Italia ha perso 310.000 occupati e ha registrato un aumento dei disoccupati pari a 592 mila unità. Sempre nello steso arco temporale, al Nord iposti di lavoro sono aumentati di 74 mila unità, mentre il numero dei senza lavoro è salito di 413 mila. L’Istat, tuttavia, stima che nel Mezzogiorno le unità di lavoro standard in nero siano pari a 1.300.000, contro le 776 mila presenti nel Nordovest e le 517.400 “occupate” nel Nordest.Tra il 2008 e il 2017 i lavoratori che si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centronord sono diminuiti di quasi 16 mila unità. Dieci anni fa erano stati poco più di 1 60 mila coloro che avevano lasciato il Sud per risalire la penisola; l’anno scorso, invece, la quota ha sfiorato le 145 mila unità. Dal 2015, anno in cui la ripresa economica si è consolidata anche in Italia, il numero di cittadini del Mezzogiorno che per ragioni di lavoro ha raggiunto il Centronord è tornato a crescere. Se 3 anni fa a lasciare il Sud erano stati poco più di 113 mila addetti, nel 2016 il numero è salito a 137 mila per sfiorare l’anno scorso quota 145 mila. I dati segnalati sono dello Svimez.

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