Ca’ Bottacin, il palazzo di origine quattrocentesca di proprietà dell’Università Ca’ Foscari Venezia, (foto) riapre dopo un lungo intervento di restauro. Tra i saloni, gli stucchi e i decori tipici dei palazzi aristocratici veneziani, si sono insediate in questi giorni le attività scientifiche di alcuni centri di ricerca internazionali dell’Ateneo – l’International Center for Humanities and Social Change, lo European Centre for Living Technology, l’Istituto Confucio – e gli uffici di Science Gallery Venice, del Development Office e dell’Associazione Alumni. Al piano terra sono state riallestite le due aule esistenti per un totale di 100 posti.Il restauro ha richiesto oltre due anni di lavoro e un investimento di tre milioni di euro: un intervento complesso per il recupero degli elementi architettonici, l’adeguamento degli impianti e alcuni lavori strutturali necessari per l’adeguamento antisismico dell’edificio e la sicurezza statica, come indicato da una nota di Cf. Il palazzo ha anche una corte interna parzialmente recuperata nel corsodei lavori; il recupero del giardino di Ca’ Bottacin è infatti uno dei progetti di crowdfunding attivati sulla piattaforma on line dell’Ateneo dove è possibile erogare le proprie donazioni. Michele Bugliesi, Rettore Università Ca’ Foscari Venezia: «questo progetto restituisce a Venezia un luogo prezioso da dedicare alla cultura,alla ricerca e alla formazione – afferma – .Con un intervento che ha conservato gli elementi architettonici ed artistici del palazzo, abbiamo riportato al suo splendore una sede che ospiterà ricercatrici e ricercatori provenienti da tutto il mondo e che hanno scelto Venezia e Ca’ Foscari per svolgere la loro attività e contribuirà alla crescita e all’apertura internazionale dell’Ateneo». Il palazzo Corner della Frescada Loredan, oggi più noto come Ca’ Bottacin, presenta ancora gli elementi caratteristici degli eleganti palazzi aristocratici veneziani costruiti nel corso del 1400. Lo scrive sul magazinnews di Cf Paola Vescovi. Il prospetto sul Rio della Fresacada ha infatti uno schema tripartito con quadrifora centrale cui corrisponde il portego del piano primo nobile, una sala passante chefunge da distributivo e da salone di rappresentanza. Del periodo tardogotico sono anche le monofore con profilo ad arco acuto trilobato di richiamo bizantino.I proprietari furono i Dalla Frescada, da cui prende il nome anche il rio che lambisce il palazzo, di origine istriana. Successivamente l’edificio passò di proprietà ad un ramo dei Corner e quindi ai Loredan e dal 1567 al 1570 fu dimora del Doge Pietro Loredan. Dopo i Loredan il palazzo fu acquistato dai Foscarini e infine dalle sorelle Bottacin. Il palazzo, della superficie di circa 2.000,00 mq., fu acquistato dall’Università Ca’Foscari dalla Famiglia Bottacin nel 1971 e dopo un intervento di restauro per adeguamento funzionale. Nella sede di Ca’ Bottacin sono presenti alcuni elementi architettonici e decorativi di pregio, concentrati maggiormente nel piano nobile, che risulta sicuramente il più ricco e decorato del palazzo.
Sono presenti infatti pregevoli decorazioni a stucco e ad affresco, realizzate in diversi cantieri susseguitisi nel tempo. Le pareti del portego sono interamente coperte da stucchi, tecnica molto utilizzata nella casa veneziana dell’epoca barocca e rococò, e da decorazioni in marmorino colorato successivamente pesantemente ridipinte, alternate alle porte ci sono delle specchiature che probabilmente un tempo ospitavano quadri o teleri. Presenza importante, per la mole e per la particolare colorazione, è il portale di accesso alla scalinata principale. Sopra la cornice vi è una scultura che mostra l’unione di due stemmi a testimonianza dell’unione di due famiglie i Foscarini e i Garzoni, unitesi in matrimonio probabilmente nel 1700. Dal portego si accede alla così detta Sala Tiepolo, con pareti rivestite in tessuto e soffitto affrescato con motivo illusionisticamente sfondato da un’elaborata quadratura con motivi architettonici in prospettiva ed elementi decorativi di sapore classico caratteristici della ricercata pittura settecentesca. La stanza opposta presenta un soffitto a cupola centinata con decorazioni di gusto eclettico con scene di caccia che richiamano l’epoca preistorica, figure che rimandano all’antico Egitto e alla vita quotidiana degli antichi romani, in una sintesi tra modernità e passato tipiche del clima culturale del primo novecento.
Dalla parte opposta si trova un’ampia sala con un particolare soffitto ligneo a cassettoni con rosette centrali dorate. Ulteriori elementi decorativi si ritrovano in parte dei soffitti del piano ammezzato costituiti da travi e cassettoni interamente ricoperti da una ricca e raffinata pittura che propone finte decorazioni in stucco. Ultimo ambiente decorato è il vano scala principale del palazzo che collega l’androne del piano terra al portego del piano primo, con intervento decorativo del pittore vicentino Luigi Brunello.