Dalla Regione,ufficio statistica, è stato completato un focus sull’export veneto e pubblicato in questo mese di ottobre. Riassumendo con i dati emersi giunge conferma che l’export è uno dei pilastri dell’ecoomia. L’apertura internazionale, è detto nell’indagine, è stata e continuerà ad essere la chiave di volta della crescita economica veneta, caratterizzata da un prezioso patrimonio di piccole e medie imprese che rappresentano oltre il 90% del tessuto produttivo regionale, in grado di offrire sui mercati una vasta gamma di prodotti di eccellenza non solo per qualità e l’afidabilità ma anche per l’innovazione tecnologica che li caratterizza. Prendendo spunto dalla pubblicazione, da parte dell’Istat, dei dati sull’interscambio commerciale delle regioni italiane nel primo semestre dell’anno, si è deciso di approfondire l’analisi congiunturale di breve periodo riguardante il commercio estero regionale e, in particolare, della vendita all’estero delle produzioni made in Veneto. Nei primi sei mesi del 2017 il commercio estero regionale ritorna a correre: il fatturato estero delle Imprese venete supera i 30 miliardi di euro, registrando una crescita superiore ai sei punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2016. Dopo la leggera contrazione registrata nel 2016 (-1,2%), nel primo semestre 2017 tornano a crescere anche le importazioni regionali: il valore degli approvvigionamenti aumenta del +10,1%, raggiungendo i 23 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale veneta, ovvero la differenza tra esportazioni e importazioni, rimane positivo: è pari a 7,1 miliardi di euro, in leggera lessione (445 milioni in meno) rispetto a quello registrato nel primo semestre dell’anno precedente. A fronte di questo risultato, appaiono ottimisti i quasi 29 mila operatori presenti in Veneto che effettuano vendite di beni all’estero. Tra le regioni che forniscono, conclude la ricerca statistica, il più ampio contributo positivo alla crescita tendenziale delle esportazioni nazionali nel primo semestre dell’anno, oltre al Veneto, si segnalano: Lombardia (+7,4%), Piemonte (+11,3%), Emilia-Romagna (+6,4%), Lazio (+15,5%) e Toscana (+8,8%).