“Il successo mondiale del Prosecco suscita evidentemente così tanti malumori negli avversari internazionali al punto che il prodotto di punta dell’enologia del Veneto (quarta regione esportatrice mondiale di vini) viene oramai accusato praticamente di tutto. Il Prosecco provoca la carie e fa male ai denti. Il Prosecco fa venire le alluvioni. Il Prosecco – è di due giorni fa – erode le storiche colline che noi vogliamo diventino patrimonio universale Unesco. Sono attacchi d’invidia, barzellette che non fanno ridere”. Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando gli estemporanei attacchi al Prosecco che provengono da alcune testate della stampa anglosassone ed estera. “In attesa che la stampa internazionale accusi il Prosecco anche di mangiare i bambini – HA proseguito Zaia – ricordiamo a tutti questi soloni che il Veneto ha sì novemila frane, ma nessuna dove si coltivano i vigneti, bensì dove il terreno e i pendii sono abbandonati”. “Ciò perché – ha concluso Zaia – dove ci sono i vigneti, la cura della terra è addirittura maniacale. Ricordiamo tra l’altro che questi vigneti sono lì da centinaia di anni. Ciò che ne evidenzia l’unicità”. C’è un rapporto del 2018 del Consorzio di tutela del Prosecco, curato dal Centro Studi del Distretto Conegliano Valdobbiadene e firmato da Eugenio Pomarici ed altri ati qualificati personaggi che operano nel settore. In premessa è scritto che la Denominazione d’origine controllata e garantita Conegliano Valdobbiadene – Prosecco prevede tre tipologie principali di vini: fermi, frizzanti e spumanti. Nell’ambito degli spumanti si prevedono due tipologie specifiche: il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e il Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze (entrambi possono essere presentati al pubblico con diverse indicazioni in etichetta). Nel fascicolo si documenta la prosecuzione di un percorso, di cui sono state protagoniste le imprese appartenenti alla Denominazione di Origine Controllata e Garantita Conegliano Valdobbiadene Prosecco, orientato a valorizzare un prodotto di grande finezza e capace di esprimere una varietà di espressioni sensoriali rappresenta-tiva della ricchezza dei contesti pedoclimatici del territorio. I dati rilevati attestano che nel 2017 la produzione ha raggiunto i 91,4 milioni di bottiglie, per un valore complessivo di 502,6 milioni di euro e un valore unitario all’origine di 5,5 euro a bottiglia. A questi dati corrispondono delle variazioni sul 2016 pari al 2% in valore e all’1% in volume, registrandosi quindi per il quinto anno consecutivo un tasso di crescita del valore più elevato di quello della quantità. La produzione della Denominazione è destinata per il 59% del totale al mercato interno e per il 41% a quello internazionale, che cresce tuttavia di importanza. L’anno 2017 ha visto una notevole evoluzione del sistema produttivo della Denominazione di origine controllata e garantita Conegliano Valdobbiadene Prosecco (Deno-minazione in questo Rapporto). È cresciuto il numero delle imprese che imbottigliano (case spumantistiche in questo Rapporto), che passano da 181 a 185, e si è rafforzata la dotazione di risorse tecniche e umane. Relativamente alla popolazione delle case spumantistiche, sebbene una quota importante della produzione si concentri nelle imprese di maggiore dimensione, la struttura produttiva si caratterizza per un tessuto di imprese medie robusto e dinamico. La capacità dei vasi vinari è cresciuta del 18% e quella delle autoclavi dell’11%. Crescono gli addetti delle case spumantistiche in tutti i ruoli: gli addetti al vigneto (10%), il personale di cantina (9%), gli enologi a tempo pieno (3%), il personale amministrativo e commerciale (7%), il personale dedicato all’export (40%). Questa crescita avviene nel quadro di un ricambio generazionale che vede aumentare la quota di giovani e un’alta partecipazione delle donne. Nell’ambito delle diverse tipologie di prodotto contemplate dalla Denominazione, l’offerta dello spumante Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore (Spumante DOCG in questo Rapporto) nel 2017 ha fatto registrare un’offerta pari a 84,5 milioni di bottiglie, che rappresenta il 96% della produzione della Denominazione. L’ampiezza di questa offerta fa sì che anche nel 2017 la Denominazione si qualifichi in Italia come la prima in termini di dimensione della produzione di Spumante DOCG (53% della
produzione nazionale di spumanti DOCG). Il livello produttivo raggiunto colloca la Denominazione anche tra gli attori di rilevo sulla scena mondiale dello spumante, essendo la sua offerta pari al 30% di quella dello Champagne e al 37% di quella del Cava. Per quanto riguarda lo Spumante DOCG, il mercato nazionale ha assorbito nel 2017 poco più di 50 milioni di bottiglie, per un valore di circa 280 milioni di euro. Questo mercato, è detto ancora nel Rapprto, ha mostrato nel suo insieme una stabilità in termini di valore e una lieve crescita in termini di volume ma ha fatto emergere differenze, in termini geografici e di canali, relativamente alle potenzialità di assorbimento e valorizzazione della produzione. Si rileva un interessante dinamismo delle regioni centromeridionali a fronte di una saturazione della domanda nel nord-est. Si rileva anche un notevole dinamismo delle Centrali
di acquisto, da cui si approvvigiona la grande distribuzione nelle sue diverse forme, le cui vendite sono cresciute in volume e ancora di più in valore, a fronte di un minore ruolo del
canale tradizione e di quello dei grossisti nel trasferire al mercato prodotti di maggiore pregio. Si rileva infine un’evoluzione della vendita diretta, che appare ormai orientarsi
più decisamente verso la vendita delle referenze di maggior prezzo. Di fatto, un elemento interessante che emerge dall’analisi dei dati del 2017 sul mercato nazionale è che, a fronte della stabilità del valore complessivo delle vendite, si rileva un quadro della situazione della Denominazione certamente positivo. Questo per i risultati raggiunti e per le prospettive di ulteriore crescita del valore complessivo creato dalla produzione, pur in una situazione di sostanziale saturazione della capacità produttiva in termini di volume. Si tratta di percorsi realistici grazie ai quali la Denominazione può arrivare al 2019, decennale della DOCG e cinquantenario della perimetrazione della denominazione Conegliano Valdobbiadene, decisamente indirizzata verso una piena espressione delle grandi potenzialità di un terroir straordinario, curato da una comunità di produttori capaci di operare in
condizioni difficili e in certi casi eroiche. Quanto rilevato da questo Rapporto indica chiaramente che la disponibilità a pagare gli spumanti della Denominazione a prezzi maggiori, evidenziata da analisi svolte nel recente passato, può essere effettivamente trasformata in reali comportamenti vd’acquisto mettendo in campo adeguate risorse, pur in un mercato molto competitivo, facendo leva anche sulla fedeltà negli acquisti degli spumanti di valore elevato mostrata dai consumatori, come indicato da uno dei contributi a corredo di tale Rapporto. (foto: vigneti del Prosecco e calice con il prodotto; arch.)
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