In occasione del meeting annuale della Società Francese di Flebologia, nei giorni scorsi a Parigi, Sergio Gianesini del Dipartimento di Morfologia, chirurgia e medicina sperimentale dell’Università di Ferrara, ha presentato i dati scientifici raccolti negli ultimi due anni all’interno del progetto socio-sanitario internazionale “Golf è Salute”. Il progetto, no profit, è mirato all’educazione del personale sanitario e e più in generale della popolazione sul tema della patologia venosa degli arti inferiori, in particolare trombo-embolica ed ha previsto la capillare informazione a sportivi partecipanti a eventi e gare in campi da Golf italiani ed internazionali circa il calcolo del proprio rischio vascolare. L’iniziativa, nata nel 2015 presso il CUS, Centro Universitario Sportivo di Ferrara, negli ultimi due anni è stata sviluppata in Italia, in America Latina e negli Stati Uniti, sotto patrocinio delle più importanti società scientifiche internazionali e del Coni. I risultati, in corso di pubblicazione in una rivista scientifica di settore, confermano la necessità di sensibilizzazione nei confronti della patologia venosa, nonché la possibilità di impattare positivamente sull’educazione sanitaria della popolazione mediante eventi sportivi. Significativo il dato relativo a come più del 50% dei partecipanti fosse solito utilizzare calze compressive dall’errata prescrizione. Come noto, il gioco deve essere ripetuto per le 18 buche che compongono la gara di golf. I percorsi sono progettati in modo tale che le buche siano di lunghezze e difficoltà differenti e presentino vari ostacoli come laghetti, ruscelli, alberi, collinette e fosse di sabbia (bunker) che rendono più difficile e stimolante questo sport.