Gianclaudio Bressa, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega agli Affari regionali, durante una trasmissione radiofonica, ha trattato del referendum sull’autonomia. “Sono d’accordo, ha detto, con chi dice che stiamo buttando via tra i 12 ed i 14 milioni di euro. La legge ‘madre’ del referendum, bocciata per quattro quinti dalla Corte Costituzionale, prevedeva un costo di 4 milioni di euro ed è successiva a quella che prevede più di otto milioni di euro per spese di attività conoscitiva del referendum, che sa molto di attività per propagandare una iniziativa politica del presidente Zaia, non un referendum”. Bressa ha invitato a leggere il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione per “sapere che per dare maggiore autonomia non c’è bisogno di nessuna autorizzazione popolare, di nessun referendum, basta che lo si voglia fare e lo si può fare, attivando una trattativa con il Governo, cosa che l’anno scorso in una fase iniziale Luca Zaia aveva fatto, salvo poi scomparire”. L’on. Bressa (foto) ha 61 anni ed è di Belluno, città dove è stato sindaco dal 1990 al 1993. È già stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel primo governo D’Alema e nel secondo governo Amato, periodi in cui si è occupato di autonomie speciali, di funzione pubblica, di minoranze linguistiche e affari regionali. Già membro della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello statuto del Trentino Alto Adige, ne è diventato presidente il 4 febbraio 2014. Il 28 febbraio 2014 è stato nominato sottosegretario agli Affari Regionali, carica che ha lasciato il 12 dicembre 2016, quando contestualmente ha assunto il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo in carica, presieduto da Paolo Gentiloni.