Gli agricoltori di Coldiretti hanno donato 20 mila kg di pasta ‘Made in Italy’ alle mense dei poveri del Veneto. Il bilico all’ Opera della Provvidenza di Sant’Antonio a Sarmeola di Rubano (Padova). Sessantasei bancali di pasta “Le Stagioni d’Italia” di grano duro 100% italiano trasportati da un autotreno direttamente alle Cucine Popolari per garantire oltre 200 mila pasti ai bisognosi. L’iniziativa e’ stata promossa dalla Fondazione Campagna Amica in collaborazione con la tenuta Bonifiche Ferraresi di Jolanda di Savoia. A ricevere il carico pdon Luca Facco, presidente delle Cucine Popolari di Padova con Suor Piantonia, Don Marco Cagol, vicario episcopale per i rapporti con le istituzioni, insieme a Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova e a don Giorgio Bozza, consigliere pecclesiastico di Coldiretti Padova.Sono circa 97 mila gli indigenti che si rivolgono a queste strutture per trovare un pasto caldo – commenta Coldiretti – Un fenomeno in crescita a causa dell’emergenza sanitaria che in Veneto ha fatto registrare l’aumento del 30% di nuovi poveri. Alle fasce deboli gli agricoltori di Coldiretti hanno provveduto con azioni di beneficenza mirate e sostenute dagli enti preposti consegnando in questi mesi 10mila chilogrammi di spesa sospesa raccolta grazie alla collaborazione dei consumatori nei mercati coperti. L’azione ora si intensifica grazie alla Fondazione di Campagna Amica che ha organizzato su territorio nazionale interventi capillari trovando la collaborazione nelle aziende della Filiera Italia. Il quadro regionale è rappresentato da nuove figure di bisognosi – spiega Coldiretti – c’è chi ha perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che si sono fermate. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – hanno sperimentato condizioni di vita così problematiche tanto da dover ricorrere alle forme di solidarieta’. (ph arch./Avvenire).