Solennità di sant’Antonio di Padova il 13 giugno dove è iniziata, dopo le 18.30, presenti il vescovo mons. Claudio Cipolla (il presule in mattinata ha celebrato un Pontificale). le autorità della Basilica e il Ministro provinciale dei Frati, e molti Ordini di religiosi e di suore e Confraternite, con labari e bandiere. Nutrita la rappresentanza giovanile. Si è svolta lentamente la solenne processione per le vie del centro con il trasporto dell’Arca (foto), alla presenza di moltissimi fedeli (anziani, famiglie, giovani) giunti da tante regioni italiane e dall’estero; hanno fatto ala anche le persone ammalate (e assitite da volontari; alcune in carrozzella hanno seguito il corteo). In occasione della festa molte finestre di abitazioni private hanno esposto bandiere e altri tessuti di carattere religioso. Per la numerosa folla le forze di polizia, con discrezione, hanno seguito l’evento. Per l’occasione, e come da tradizione, i frati hanno distribuito il “pane di S.Antonio” e durante tutto questo “Giugno Antoniano” sono state fatte opere di carità verso le persone più bisognose. Ma la “missione “dei frati antoniani non si limita a questa circostanza ma dura tutto l’anno. Lungo le strade percorse dalla processione sono stati ripetutatemnte intonati canti, e recitato preghiere invocando il Santo “con il cuore e con la mente”. Secondo i frati, dalla Tredicina ad oggi, i presenti sono stati 100 mila. “Sant’Antonio sarebbe un giovane dal forte desiderio di vivere — ha scitto in un messaggio padre Oliviero Svanera, rettore della Basilica — non si lascerebbe sedurre facilmente dalle sirene di un godimento schiacciato sul consumo di beni o schiavo della pulsione del “tutto e subito” o di un desiderio sregolato, volubile ed edonista. Sarebbe un giovane coraggioso e tenace nel perseguire i suoi sogni, con un grande desiderio di mettersi alla prova e donarsi. Avrebbe fiducia in sé e generosità». Ecco allora l’appello ai ragazzi: «Abbiamo bisogno di uomini e donne impegnati nel sociale, nella politica, nella scuola, nell’economia. Persone che, come il Santo, non si accontentino dei piccoli sogni, ma sognino in grande». «I problemi dell’economia di oggi sono etici — ha sostenuto mons. Fabio Dal Cin, delegato pontificio per la Basilica e alla sua prima festa del Santo — per i soldi si può arrivare a compiere qualsiasi misfatto. Sant’Antonio questi vizi li ha combattuti ma oggi si vorrebbe una chiesa che preghi e resti chiusa in sagrestia. No, la fede dev’essere portata nella vita di tutti i giorni. Ci lamentiamo perché molte cose non funzionano: scuola, sanità, Servizi sociali, lavoro. Ma dove siamo noi cristiani cattolici devoti di Sant’Antonio? Se i devoti del Santo arrivassero puntuali, impiegassero bene nel lavoro il tempo per cui sono pagati, trattassero con premura, rispetto e delicatezza le persone, il mondo cambierebbe”. A conclusione della processione, celebranti e fedeli sono rientrati in Basilica per il rito finale. Il tempio è stato aperto alle 5.30 e lo resterà fino alle 22.30.