Un gruppo di ingegneri ed esperti italiani sta operando ad Aleppo, con l’aiuto di manovalanza locale, per restaurare i monumenti patrimonio mondiale Unesco. È una iniziativa “Palermo – Aleppo un ponte per la pace”, che è presentata in anteprima mondiale il 2 marzo ( h 11), a palazzo delle Aquile, a Palermo. Si tratta, come si è appreso da note di agenzie e dalle tv ed emittenti radofoniche, di un progetto di ricostruzione che punta a lanciare un messaggio di riconciliazione in occasione di Palermo capitale italiana della cultura. Il progetto, interamente finanziato da “Aga Khan Trust for Culture”, agenzia creata per far rinascere i Paesi in via di sviluppo, viene presentato da Radwan Khawatmi, membro del board of Director dell’Aga Khan Islamic Museo di Toronto, insieme al sindaco di Palermo e all’assessore alla cultura. A sostegno di questo “gemellaggio di pace” c’è un antico Corano in foglia d’oro, parte della collezione personale di Radwan Khawatmi, prestato alla città di Palermo per dialogare virtualmente con la cappella di Santa Rosalia, patrona della città, che si trova nelle vicinananze. C’è in programma pure un documentario che mostra le immagini riprese dai droni tra le macerie siriane. Il restauro del suq Al-Saqatiyya è già partito ai primi di febbraio, dopo la rimozione dei detriti. I lavori per il recupero – ai quali collabora l’università di Aleppo – andranno avanti a tutto settembre, mentre procedono i piani di restauro del minareto, con l’uso di moderne tecniche antisismiche. Radwan Khawatm presenta anche le stime aggiornate sui monumenti distrutti dall’inizio della guerra. La sitauzione in Siria, come segnalato dai media internazionali, è sempre drammatica, nonostante la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu per il cessate il fuoco; alle porte di Damasco ci sono state altre centinaia di vittime, fra cui molti bambini, nella regione Ghouta. A essere devastato, negli anni è stato anche il patrimonio storico monumentale del Paese, come le oltre 500 botteghe del suo coperto di Aleppo, col dedalo di stradine risalente al 1300 distrutto il 24 aprile 2013, insieme alla moschea degli Omayyadi (tredicesimno secolo).