“L’Istituto Zooprofilattico sale agli onori delle cronache soprattutto quando ci sono epidemie, zoonosi, emergenza aviaria o grandi allarmi sulla salubrità dei cibi in tavola. Con i suoi laboratori e il lavoro dei ricercatori lo Zooprofilattico delle Venezie è una eccellenza del Veneto, un presidio della qualità dell’intera filiera agroalimentare del Nordest”. Lo ha ricordato il presidente della Regione Veneto ponendo la ‘ prima pietra” della nuova sezione diagnostica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Nel ringraziare il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Daniele Bernardini (foto), il sindaco di Buttapietra, la provincia che “ha messo a disposizione parte dei terreni”, il presidente del Veneto, affiancato dall’assessore regionale alla sanità, ha voluto rendere omaggio in particolare ai lavoratori del cantiere che – ha sottolineato – “si spaccano la schiena e si fanno i calli alle mani per dare vita a questa struttura di oltre 6 mila metri quadrati” che è a beneficio dell’intera economia regionale, e in particolare del settore agroalimentare. La nuova sezione diagnostica dell’Istituto Zooprofilattico – ha ricordato il presidente – rientra un progetto organico: il controllo delle derrate agroalimentari, la salute e il benessere degli animali negli allevamenti e dei consumatori. “Integrerà una rete di 11 strutture nel territorio regionale – ha sottolineato – che danno una risposta alle 160 mila industrie agricole del Veneto e all’intero comparto agroalimentare regionale che fattura 6 miliardi di euro ed è di settore di riferimento nel panorama nazionale. Una rete di eccellenza e di presidio della sicurezza animale e ambientale, quella delle sedi dell’Istituto Zooprofilattico, che è garanzia per la qualità del nostro settore agroalimentare e per il paese intero”. La nuova sezione veronese dello Zooprofilattico ospiterà principalmente laboratori di diagnostica e di ricerca, uffici, aule didattiche, nonchè uno stabulario e la sezione di necroscopia veterinaria. Sorgerà nell’area interessata all’emergenza Pfas, che vede impegnati tecnici e ricercatori dell’Istituto nel monitoraggio dei possibili effetti sulle derrate, sugli allevamenti e sull’uomo. “Anche in questa emergenza, la Regione, grazie alla collaborazione di istituti scientifici come lo Zooprofilattico, ha dato prova di grande tempismo, serietà e operatività per monitorare e prevenire i rischi di inquinamento – ha ricordato il presidente del Veneto – Non appena avuta evidenza dell’inquinamento ambientale delle acque e della possibile contaminazione delle colture agricole e degli allevamenti, la Regione Veneto è intervenuta coinvolgendo tutte le autorità sanitarie e di vigilanza interessate, compreso l’istituto Zooprofilattico, e investendo nella sicurezza degli acquedotti.