Si è entrati in Quaresima, periodo di penitenza, occasione di carità e preghiera, di vita sobria. È cominciata col giorno delle Ceneri, giorno che ha un’importanza molto particolare perché segna i quaranta giorni di penitenza che portano poi alla Pasqua. Le ceneri benedette che vengono sparse sul capo durante i riti liturgici servono proprio a ricordare la caducità della vita. La cenere si ottiene bruciando i rametti di ulivo distribuiti la domenica delle Palme dell’anno prima. Nel rito ambrosiano, a differenza di quello romano, è ancora Carnevale e la Quaresima inizia la domenica successiva al martedì grasso (il 18 febbraio) ed è durante questa funzione che vengono imposte le Ceneri. Questi giorni di penitenza si rifanno ai quaranta giorni che Gesù passò nel deserto dopo il Battesimo e prima di iniziare a predicare. Per tutto quel tempo digiunò e non cedette alle tentazioni. Ma ai nostri tempi non mancheranno le occasioni per far festa anche in questo periodo. Il giovedì della terza settimana di Quaresima, che segna la metà del percorso penitenziale verso la Pasqua, soprattutto in passato avveniva una sorta di leggera sosta dei rigori, riemergendo il desiderio di gioire, quello che nel Carnevale si è espresso in modo tanto allegro. È una pausa prima dei solenni cortei penitenziali che caratterizzano i giorni della Settimana Santa. La tradizione del “brusa la vecchia” di mezza Quaresima, svolta in tutta Europa sin dal Medioevo fino ad arrivare all’Ottocento, è ancora in uso lungo la fascia d’Europa che va dal Portogallo all’Ungheria, e che in particolare in Italia tocca Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e  Friuli. L’origine di quest’usanza deriva da un’antichissima tradizione. La Quaresima veniva raffigurata con il fantoccio di una megera, detto “la vecchia”, bruciato o annegato come atto purificatorio e propiziatorio per i buoni raccolti della nuova stagione. L’antico rito ripescato divenne “la vècia di mezza Quaresima”, il cui rogo lascia definitivamente alle spalle l’inverno. Nel frattempo si festeggia la donna l’8 marzo (foto mimosa) ed il papà il 19 marzo e poi arriva la Primavera, il cui ritorno è un evento importante, che segna l’inizio del ciclo stagionale e che nella storia degli antichi era il fulcro dei riti relativi al rinascere della natura. Il 25 marzo sarà domenica delle Palme e chi ha un albero di ulivo in giardino è invitato a sfoltire la sua chioma e portare i rami in parrocchia perché i ramoscelli di ulivo benedetto vanno ancora a ruba… La Santa Pasqua cade sempre nella domenica che segue il plenilunio successivo all’equinozio di primavera: “Pasqua no và se la luna de marso no se fà”, è il vecchio detto veneto. Quest’anno la luna nuova si fa sabato 31 marzo e il giorno di Pasqua cade il primo di aprile. (ODM)

 

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