Cresce la domanda di assistenza sanitaria e sociale in Italia con un balzo del 16% delle cooperative del settore negli ultimi 5 anni. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Camera di Commercio di Milano sui nuovi bisogni delle famiglie italiane. E’ quanto precisa una nota. Con 13,5 milioni di persone sopra i 65 anni e con l’allungamento della speranza di vita salita a quasi 83 anni stanno cambiando le dinamiche dell’assistenza – spiega Uecoop – con il mondo cooperativo che con 9.699 realtà si affianca al sistema pubblico nella gestione del sostegno a casa e in strutture residenziali specializzate grazie a un esercito di oltre 328mila addetti che ogni giorno si prendono cura di anziani di cui 2,5 milioni non autosufficienti, malati, disabili e soggetti in difficoltà. A fronte di questa mobilitazione del mondo cooperativo – sottolinea Uecoop – restano però scoperte molte aree di crisi a cominciare dai tempi di attesa che per una visita medica specializzata nel pubblico superano i due mesi con 88 giorni per un accertamento oculistico e più di 96 giorni per una colonscopia, secondo l’ultimo rapporto del Crea Sanità. E mentre la differenza di spesa fra pubblico e privato si sta progressivamente assottigliando, si conferma invece una maggiore celerità di servizio da parte dei privati. Una situazione che interessa le famiglie italiane che nell’ultimo anno hanno aumentato dell’8% le spese per i servizi sanitari e la salute che ora toccano i 123 euro al mese, secondo Istat. In un sistema di welfare nazionale integrato – sottolinea Uecoop – l’obiettivo deve essere quello di una sana coesistenza fra pubblico e privato con le cooperative di assistenza che con il loro patrimonio di professionalità e capacità possono dare un contributo fondamentale ad entrambi i settori e a vantaggio di tutti i cittadini, compresi – conclude Uecoop – quei 12,2 milioni che, secondo il Censis, rinunciano a curarsi per difficoltà economiche, per gli oltre 7 milioni che si sono indebitati per farlo e i 2,8 milioni che hanno venduto casa per pagarsi delle cure mediche.