L’influenza stagionale in Veneto ha raggiunto il suo picco nella settimana a cavallo tra fine gennaio e inizio febbraio ed è iniziata la fase di calo dell’incidenza. E’qusnto emerge nel nono Rapporto Epidemiologico della Regione Veneto, elaborato sui dati raccolti dai 116 medici di famiglia che costituiscono la rete “sentinella” sul territorio nella settimana dall’11 al 17 febbraio, e diffuso oggi dall’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin. L’incidenza regionale ha fatto registrare una seconda discesa, dopo quella lieve della scorsa settimana, con 9,27 casi per mille abitanti contro il 12,36 precedente il che significa che in questa settimana si sono messi a letto circa 45.500 veneti, numero che sale a 366.000 dall’inizio della sorveglianza (partita a ottobre). Il virus, si legge nel Rapporto, ha provocato finora 69 casi gravi con complicanze, con 13 decessi, segnalati dall’Ulss Euganea (6), dalla Scaligera (2), Marca Trevigiana (2), Serenissima (1), Polesana (1) e Veneto Orientale (1). Le persone colpite sono state per l’80% maschi, con un’età media di 57,6 anni. Tutti sono stati ricoverati nelle Terapie Intensive degli ospedali.
Come ogni anno, la fascia di età più colpita è quella pediatrica tra 0 e 4 anni, seguita da quella tra 5 e 14 anni , dalla fascia centrale, tra 15 e 64 anni e, da ultima, quella degli over 65.
“Secondo i nostri esperti – fa notare la Lanzarin – si conferma anche in Veneto la fase di discesa, con il picco massimo che sarà, alla fine, tra i più alti degli ultimi anni, ma la situazione, a parte qualche inevitabile e momentanea situazione di stress in alcuni Pronto Soccorso legato anche alla carenza di medici per l’emergenza urgenza, è stata affrontata, e lo sarà fino al termine delle necessità, con efficacia e una buona organizzazione, sia ospedaliera che territoriale”.

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