Il 30 giugno 2017 la rivista scientifica Plos One ha pubblicato un articolo intitolato “Atomic resolution studies detect new biologic evidences on the Turin Shroud”. L’articolo riguardava la Sacra Sindone e sosteneva che ci sono forti evidenze che in quel lenzuolo sia stata avvolta una persona che aveva subito molti traumi. Una condizione che la rende compatibile con la tradizione religiosa, secondo cui quella persona con molti traumi era Gesù, deposto dopo la crocifissione. L’articolo su Plos One era firmato da quattro ricercatori italiani: Elvio Carlino, dell’Istituto Officina dei materiali, Laboratorio tecnologie avanzate superfici e catalisi del Consiglio nazionale delle ricerche, area Science park–Basovizza di Trieste; Liberato De Caro e Cinzia Giannini, dell’Istituto di cristallografia, Consiglio nazionale delle ricerche di Bari; Giulio Fanti, del dipartimento di Ingegneria civile dell’università di Padova. Come tutte le pubblicazioni su Plos One l’articolo aveva superato il processo della peer review, per questo il giornale Il Bo ne aveva riportato notizia, malgrado le sue conclusioni fossero in contrasto con la gran parte della letteratura scientifica sull’argomento. Così ha scritto Pietro Greco su Bo Live, il giornale web dell’ateneo (con foto della Sindone) il quale ha precisato sulle conclusioni tratte: sono state inoltre messe in discussione la provenienza, l’integrità e la disponibilità del materiale utilizzato. Alla luce di questi fatti, la direzione di Plos One ha valutato di nuovo l’articolo pubblicato, avendo ascoltato anche il nostro Editorial Board. Sulla base della nostra valutazione interna e dell’avviso ricevuto dai membri dell’Editorial Board, la direzione di Plos One ritiene che non vi siano stati sufficienti controlli a supporto delle conclusioni che si riferiscono al sangue umano e ai traumi fisici. Per esempio, i controlli sull’inchiostro dell’epoca e su sangue animale non sono stati inclusi nelle analisi di diffrazione e STEM, come sarebbe stato necessario per prendere in considerazione interpretazioni alternative sulla presenza di materiali sulla fibra e il ritrovamento di creatinina non costituisce una prova decisiva della presenza di traumi e di violenza. Cosicché noi pensiamo che le principali conclusioni dell’articolo, incluse le seguenti dichiarazioni, non sono sufficientemente supportate: “Sulla base delle evidenze sperimentali dei nostri studi con TEM a risoluzione atomica, l’uomo avvolto nel lenzuolo ha sofferto forti e diversi traumi”; “La fibra è intrisa con un siero del sangue tipico di un organismo umano che ha sofferto di un forte trauma”; “alla nanoscala è codificato uno scenario di grande sofferenza registrato sulle nanoparticelle attaccate alle fibre di lino”. Inoltre, i risultati di questo articolo erano basati su una singola fibra (approssimativamente 1 mm in lunghezza e 15μm in diametro) della Sindone di Torino. La dipendenza da una singola, piccola fibra tratta dalla Sindone di Torino nel 1978 chiama in causa la validità delle affermazioni nelle sezioni Risultati e nelle conclusioni dove si mettono in comparazione i nuovi rilievi con quelli riportati in studi precedenti sulla Sindone di Torino. Non è dimostrato che i risultati ricavati dalla fibra usata nell’articolo su Plos Onesia generalizzabile ad altri campioni tratti dalla Sindone di Torino o non sia da prendere in considerazione la possibilità di contaminazioni. La dichiarazione di Competing Interests per questo articolo avrebbe dovuto dichiarare che il campione era stato messo a disposizione dalla Associazione per l’educazione e la Ricerca sulla Sindone di Torino (STERA). Alla luce di questi fatti, la direzione di Plos One è preoccupata circa la validità delle conclusioni e per la riproducibilità dei risultati, così ritiriamo l’articolo. Alla fine della dichiarazione di ritiro dell’articolo, la direzione di Plos One rende noto che i quattro autori non sono d’accordo con il provvedimento e rispondono con un testo pubblicato il 19 luglio 2018. A gettare nuova benzina sul fuoco c’è anche un nuovo articolo scientifico, A BPA Approach to the Shroud of Turin, pubblicato sul Journal of Forensic Sciences da altri due italiani, Mattero Borrini, della School of Natural Sciences and Psychology, Liverpool John Moores University di Liverpool, e di Luigi Garlaschelli del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) di Padova, secondo cui una parte del sangue umano presente sulla Sindone è semplicemente falso. L’affermazione ha generato una polemica. Anche perché la querelle scientifica ha implicazioni di tipo religioso. C’è chi crede (nel senso di aver fede), infatti, che nella Sindone di Torino sia stato avvolto Gesù. Mentre la gran parte dei lavori scientifici data la Sindone in tutt’altro periodo e mette in questione la sua stessa autenticità. Il Bo Live prende atto del ritiro dell’articolo da parte di Plos One, ha precisato nel suo scritto Pietro Greco; egli ha segnalato che nei prossimi giorni viene attivata una rubricaVERO/FALSO curata da Ernesto Carafoli, dell’università di Padova, ed Enrico Bucci, adjunct professor della Temple University di Filadelfia, proprio a partire da quello della Sindone di Torino, per discutere in profondità, con metodo scientifico e in assoluta trasparenza i casi di controversie di natura scientifica.