“La stagione delle irrigazioni è ancora lontana ma, ad oggi, la situazione generale è vicina a quella registrata nel 2017, l’anno più siccitoso degli ultimi due secoli”: la preoccupata dichiarazione è di Giuseppe Romano, Presidente di ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) Veneto, la regione dove, unitamente all’Emilia Romagna, si registrano i più evidenti segnali di criticità idrica. I dati sono emersi nella prima riunione dell’anno dell’Osservatorio delle Risorse Idriche, che rappresenta l’organismo ufficiale di analisi e gestione delle crisi idriche, essendovi rappresentati l’ Autorità di Bacino Distrettuale Alpi Orientali; le Arpa, Agenzia Regionale Protezione Ambientale di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino; le ANBI (i Consorzi di bonifica ed irrigazione) del Nord Est. Non è solo la mancanza di piogge ad influire sulle portate dei corsi d’acqua, è anche il generale impoverimento delle riserve di neve sulle montagne del Veneto e del Trentino: il manto nevoso, del tutto assente sotto i 1.500 metri, è in linea con le medie stagionali solo a partire da quota 1.700; in Veneto, il serbatoio nivale del bacino del fiume Piave equivale attualmente a 80 milioni di metri cubi d’acqua, al di sotto della media, seppur non di molto. Sostanzialmente in media è la risorsa idrica invasata nei laghi trentini, fondamentale per la portata del fiume Adige e in parte del fiume Brenta: l’invaso di Santa Giustina, il più importante, è al 70% della sua capacità, mentre il lago di Forte Buso è riempito al 50%; sotto media è invece l’invaso di Stramentizzo, pieno al 30%. In Veneto, i laghi del bacino del fiume Piave sono al 60% della capacità d’invaso: un po’ meno rispetto agli anni scorsi; a destare la maggiore attenzione è il lago del Corlo, che alimenta il Brenta: al 60% della propria capacità segna un – 25% sulla media del periodo. Sono invece, nella media, grazie alle precipitazioni dello scorso autunno, i valori delle falde acquifere. “E’ evidente che stiamo risentendo dei cambiamenti climatici in atto, con situazioni che appaiono surreali: si pensi che siamo passati dall’emergenza alluvionale ad una situazione di quasi siccità in appena due mesi” ribadisce il Presidente di ANBI Veneto. “La scarsità di precipitazioni, che sta caratterizzando questo primo mese d’inverno, comporta un abbassamento dei livelli d’acqua nei laghi e nei bacini settentrionali; senza inutili allarmismi, deve però destare attenzione – conclude Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – E’ necessario che prosegua la politica di investimenti per la sistemazione del territorio, sbloccata nel 2018 ed al contempo bisogna velocizzare gli iter burocratici per aprire i cantieri delle opere già finanziate.”
(foto d’arch.).

Lascia un commento