Piove… e il problema idrico in Italia e’risolto. Non e’cosi’.E a quanto pare la siccita’ “sofferta” dall’agricoltura non diventa lavoro urgente ma si lascia andare.Eppoi ci di lamenta che i prezzi sono saliti troppo a causa di coltivazioni danneggiate dal caldo. I disastri causati dall’acqua, o manovrati dal clima ingovernabile, passano in seconda o terza battuta. Ai ripari si ricorre quando il danno si e’verificato. Allora tutto nero?Non sembra ma occorono grandi iniziative e fondi adeguati.  Ad esempio, a Castrezzato, (Brescia), sulla base di una legge regionale si sta procedendo alla trasformazione di un’ex cava in un bacino di accumulo idrico; a Milano sono stati presentati i primi 13 progetti del Piano Laghetti, proposto da ANBI e Coldiretti, mirati ad affiancare quello di Valnegra, già realizzato nel bergamasco.  Da segnalare l’impegno dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle acque Irrigue (ANBI) che ha presentato le proprie progettualità pet l’economia italiana. Gli invasi, che saranno realizzati entro 76 mesi dal finanziamento, avranno infatti una ricaduta economica, grazie alla loro multifunzionalità, stimata in circa 18.000 posti di lavoro. Primo obbiettivo sarà garantire risorsa per l’irrigazione di ulteriori 6.000 ettari di terreno, cui si affiancheranno oltre 7 milioni di kilowattora annui, prodotti grazie a 14 nuovi impianti fotovoltaici galleggianti e ad una centralina idroelettrica. L’importo complessivo, previsto per la realizzazione dei 13 laghetti, ammonta a 174 milioni di euro e l’invaso più grande previsto sarà a Vighizzolo, nel comune bresciano di Montichiari, con una capacità di 3.500.000 metri cubi. “Quelli lombardi – secondo il DG di ANBI –sono parte dei 223 progetti già pronti, perlopiù definitivi ed esecutivi, nell’ambito del più ampio obbiettivo dei 10.000 laghetti medio-piccoli, da realizzare entro il 2030. È un patrimonio progettuale, che mettiamo a disposizione del Paese e del Governo, che lo rappresenterà. Grazie a tecnologie d’avanguardia, da Brescia parte 8anche la cooperazione tra i diversi soggetti coinvolti, in vista dell’applicazione del quadro normativo europeo sull’uso plurimo delle risorse idriche a partire dal giugno 2023 ed interessante l’utilizzo delle acque depurate in agricoltura. Ecco che in quest’ottica, ANBI Lombardia, “A2A” (attraverso la controllata A2A Ciclo Idrico) e “Acque Bresciane” hanno siglato un accordo, cui seguirà una convenzione per definire precisi indirizzi sugli aspetti qualitativi e sui processi di controllo, necessari per l’utilizzo sicuro dell’acqua nei campi. “Il sistema dei Consorzi di bonifica vuole essere sin d’ora protagonista di questo nuovo approccio al riutilizzo in agricoltura dell’acqua depurata,standio a Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI, evidenziando come l’obbiettivo sia quello “di tutelare l’assoluto valore delle produzioni agroalimentari italiane, cogliendo al contempo l’opportunità di nuove fonti di approvvigionamento irriguo, senza incidere sulle riserve d’ acqua dolce. Secondo Tullio Montagnoli, amministratore delegato di A2A Ciclo Idrico, il confronto con Anbi sia stato avviato prima della recente crisi idrica, perché mondo agricolo e Bonifica giocano un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione d’uso delle acque depurate. Questo accordo mira ad aumentare la qualità degli scarichi dei depuratori e la diffusione di sistemi irrigui tarati sulle specifiche coltivazioni, consentendo di integrare, se necessario, i volumi di acqua, già messi a disposizione dai depuratori limitrofi. E ancora: La recente siccità ha dimostrato come la crisi climatica rischi di travolgere l’agricoltura e più in generale l’economia del Paese; va quindi superata la logica dell’emergenza per elaborare un grande piano di investimenti in strutture ed innovazione come il reimpiego delle acque affinate ed il Piano Laghetti, ha detto Alessandro Folli, Presidente di  LombardiaAnbi.(messaggero1.).

Lascia un commento