La Regione ha trasmesso al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) la proposta di riconoscimento come area di crisi complessa per l’intero territorio del comune di Venezia. Le aree di crisi complessa sono quei territori in cui la recessione economica e la perdita occupazionale assumono, per la loro gravità, rilevanza a livello nazionale. Il riconoscimento spetta al MISE. Al provvedimento – ha detto il presidente veneto Luca Zaia – è allegato un dossier che evidenzia come nel territorio del comune di Venezia siano presenti settori produttivi che presentano fattori di complessità della crisi in termini di significatività sulla politica industriale nazionale, in particolare il comparto della chimica e del metalmeccanico. Inoltre è rilevabile la condizione di difficoltà anche del settore vetrario, che contribuisce ad acuire lo stato di sofferenza del tessuto economico e sociale del territorio nel suo complesso. In considerazione del declino e, in molti casi, della dismissione dei siti di questi comparti produttivi, c’è la necessità di pianificare un intervento sistemico in grado di favorire processi di riqualificazione e riconversione produttiva che consentano anche il perseguimento di un nuovo equilibrio tra le attività industriali e la tutela della salute e dell’ambiente. Per questo – ha sottolineato Zaia – abbiamo chiesto al MISE che il comune di Venezia sia inserito tra le “aree di crisi industriale complessa”, in modo che con questo riconoscimento siano attivabili risorse e investimenti per un rilancio non solo di Porto Marghera ma dei diversi settori produttivi, tra cui anche quello del vetro di Murano. Il dossier allegato descrive nel dettaglio i fattori di complessità e le caratteristiche delle crisi e offre un’analisi socio-economica dei territori interessati, delle dinamiche e dell’incidenza dei settori produttivi in crisi, delineando la proposta di massima dei contenuti di un progetto di riconversione e riqualificazione industriale (PRRI) che indica da un lato le linee prioritarie di intervento appartenenti agli ambiti delle infrastrutture, dell’ambiente e dello sviluppo economico, e dall’altro la strumentazione attivabile per sostenere la ripresa industriale.