Dopo una esposizione durata 8 anni a breve sara’ rimosso l’aereo intercettore F104 da un giardino dell’ateneo di Piacenza perche’ la sua presenza “richiama la guerra”. Lo ha stabilito una delibera del consiglio di ateneo. A cedere in comodato d’uso l’aereo e’ stata l’Aeronautica militare che ora – alla luce delle decisioni adottate – si e’ detta disponibile per la rimozione del velivolo. L’F104 – secondo quanto si e’ appreso – sarà destinato a un museo. Quella di rimuovere lo “Spillone” dal giardino interno alla Cattolica fa parte di una polemica stantia, e senza senso, frutto della cultura della Difesa che c’è oggi in Italia. Non mi stupisco: cosi’ all’Ansa e Corsera il generale Dino Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica. L’aereo era dedicato a padre Agostino Gemelli. Tricarico: «Quei caccia hanno protetto i cieli italiani. Il caccia F-104 era stato installato in onore di padre Agostino Gemelli, medico e scienziato, pioniere degli studi di psicofisiologia dell’uomo in volo. Gemelli, ex pilota, aveva ricevuto il grado di colonnello del ruolo d’onore del Corpo sanitario aeronautico per meriti scientifici. Franco Anelli, rettore, ha spiegato che la decisione di spostare il caccia e’
stata presa dai colleghi del consiglio di facoltà perché “hanno ritenuto che non si cogliesse più il valore rappresentativo del monumento per l’università, visto che non siamo un ateneo tecnologico. Né la sua relazione con Piacenza. Fino a qualche anno fa, infatti, in città c’era una base militare dove volavano proprio gli F104». Ora la base è chiusa. E soprattutto il caccia è considerato un simbolo fraintendibile. A richiedere un aereo come monumento, personalizzato con il nome di padre Gemelli al posto di pilotaggio, era stato 8 anni fa, d’accordo con l’Aeronautica, lo stesso ateneo, quando il rettore era Lorenzo Ornaghi. L’F104 nasce come un sistema di difesa aerea e molti di questi aeroplani sono stati destinati a proteggere i cieli d’Italia da qualsiasi pericolo. L’ultimo impiego operativo dell’F104 risale al ‘99, all’epoca della guerra in Kosovo. (foto Ansa,Corsera).

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