Il Kaust è una università piuttosto giovane e si trova nel deserto dell’Arabia Saudita, sulla costa del Mar Rosso, e si fonda su valori che tendono ad allinearsi ai cambiamenti sociali mondiali, in contrasto con il resto del paese: tra questi c’è l’apertura all’istruzione e ai programmi di ricerca a entrambi i generi, conquistando così il posto come prima università in Arabia Saudita ad essere mixed gender e senza obblighi religiosi. Su questa realtà ha sviluppato un testo, con foto, Francesca Bastianon sul Bo Live, il giornale web dell’ateneo di Padova. Un ponte, come lo definiscono gli stessi ideatori del progetto, tra popoli e culture: secondo i dati riportanti dal Kaust, il 65% degli studenti e ricercatori proviene da paesi al di fuori dell’Arabia Saudita. Tra questi c’è anche Veronica Colombo, alumna dell’università di Padova, che ha trascorso 4 mesi nell’istituto lo scorso anno. “Il gruppo di ricerca in cui sono stata si occupava di nanotecnologie e materiali: abbiamo studiato delle tecniche per disperare nanotubi di carbonio, materiali molto piccoli e costosi – ha spiega Veronica Colombo -, utilizzati in una vasta gamma di settori. Questi nanotubi sono poco comuni in Europa, visto l’elevato prezzo, la difficoltà nel produrli e al tempo stesso utilizzarli”. Oltre all’esperienza all’interno del dipartimento, Veronica Colombo ha deciso di tornare nello stesso anno al Kaust per altri due mesi, con lo scopo di approfondire il fenomeno della catalisi. In questa occasione, ha collaborato direttamente con un centro di ricerca presente nella struttura: “Le decisioni relative alla ricerca, che vengono prese nei diversi ambiti, sono coordinate dall’alto, c’è un team che si occupa proprio di come gestire questa attività. Ogni gruppo di ricerca lavora individualmente ma in alcuni casi, per accorciare i tempi, si chiede aiuto ad altri centri per analisi o valutazioni”. Sono presenti 19 aree di ricerca, indirizzate per lo più alla risoluzione delle sfide globali, con una marcata propensione verso l’interdisciplinarietà. Particolarmente interessanti sono le pubblicazioni legate all’ecosistema locale: tra le varie realtà spicca il Mar Rosso. Nelle ricerche e progetti a medio lungo termine, i ricercatori del Kaust si sono concentrati principalmente sulla geomorfologia del fondale marino, sulla biodiversità e resistenza dei coralli alle alte temperature e livelli di salinità, sullo sviluppo di energia eolica a ridosso delle coste e sull’inquinamento, soprattutto di materiale plastico. Anche la tecnologia gioca un ruolo importante all’interno di questa realtà: tra le diverse strumentazioni, l’università ospita anche il super computer Shaheen, il più potente in tutto il Medio Oriente: il sistema, giunto alla sua seconda progettazione, concentra la propria attività principalmente su questioni relative all’ambiente, alle bioscienze, alla scienza e ingegneria dei materiali, alla matematica applicata e alle scienze computazionali. Il Kaust (King Abdullah University of Science and Technology) un istituto universitario privato, aperto nel 2009 in Arabia Saudita e voluto dall’allora re Abdullah bin Abdulaziz Al Saud. Il Kaust si pone l’obiettivo di diventare una delle strutture di ricerca più avanzate al mondo, compiendo così un importante passo verso la modernizzazione del paese. Con un investimento iniziale di 10 miliardi di dollari; il Kaust mette in primo piano della sua offerta didattica e di ricerca temi legati al futuro del pianeta, come alimentazione, acqua, energia, soprattutto rinnovabile, e sviluppo. La struttura accoglie tre dipartimenti, dedicati ad ambiti scientifici e ingegneristici, e diversi centri di ricerca che promuovono approcci innovativi, cercando di attrarre talenti internazionali. Anche la tecnologia gioca un ruolo importante all’interno di questa realtà: tra le diverse strumentazioni, l’università ospita anche il super computer Shaheen, il più potente in tutto il Medio Oriente: il sistema, giunto alla sua seconda progettazione, concentra la propria attività principalmente su questioni relative all’ambiente, alle bioscienze, alla scienza e ingegneria dei materiali, alla matematica applicata e alle scienze computazionali. Per quanto riguarda le pubblicazione di articoli, il Kaust sta aumentando le collaborazioni a livello mondiale con università e istituti. Nel 2016 e nel 2017, l’università saudita ha raggiunto la prima posizione nel Qs world university ranking per quanto riguarda le citazioni per facoltà.