Nell’economia della conoscenza i dottori di ricerca sono la corsia preferenziale per portare conoscenze scientifiche dentro le imprese e trasformarle in innovazione. Anche nelle medio-piccole. Due mondi, impresa e accademia, che a Padova si sforzano di parlare una lingua comune, anche grazie a iniziative come STEPS (Seminars Towards Enterprise for Ph.D Students), il programma formativo per l’inserimento dei dottori di ricerca in azienda nato quattro anni fa da Giovani Imprenditori di Confindustria e Università di Padova. Dottori di ricerca in scienze “dure”, come biologia e ingegneria, scienze mediche e sociali, ma anche umane. Capitale umano che fa la differenza nella transizione verso la manifattura digitale e l’incremento dell’innovazione. È il caso di Mario Cammarota, 32 anni, Ph.D in neuroscienze, oggi responsabile area Ricerca alla Unox (forni “intelligenti” per la cottura professionale). Luca Scandola, 29 anni, che sta ultimando il dottorato in ingegneria dell’informazione ed è già assunto da Infineon Technologies, multinazionale tedesca con sede a Padova, leader nei semiconduttori. O di Lucrezia Crosato, 27nne, al primo anno di dottorato in scienze pedagogiche della formazione, che porterà in Arcadia l’interazione uomo-robot collaborativi, perno di Industria 4.0. Il valore dei dottori di ricerca in azienda e i risultati di STEPS saranno al centro del seminario “Il Dottorato è l’Innovazione”, in programma mercoledì 30 novembre, alle ore 15.00, in Aula Nievo a Palazzo Bo (via VIII febbraio, 2 – Padova), organizzato da Giovani Imprenditori di Confindustria Padova, Università di Padova, Associazione Alumni dell’Università di Padova, Associazione Amici dell’Università, kick off del progetto PHD – It Is Worth It! che culminerà a marzo 2017 nel Career Day dedicato a dottori e dottorandi di ricerca e aziende.
Il seminario sarà aperto dal rettore del Bo Rosario Rizzuto, Patrizia Burra prorettore alla Formazione post lauream, Nicola Corsano vice presidente Giovani Imprenditori Confindustria Padova, Guglielmo Bedeschi presidente Associazione Amici Università di Padova e delegato Confindustria Padova, Andrea Vinelli presidente Associazione Alumni Università di Padova. Dopo le testimonianze in video di dottori di ricerca inseriti in azienda (PHD – It Is Worth It!), seguirà la relazione introduttiva di Paolo Gubitta Università di Padova (Quali carriere per i dottori di ricerca in azienda). Quindi la tavola rotonda con giovani ricercatori che hanno conquistato spazio e responsabilità in impresa – Mario Cammarota (Unox), Lucrezia Crosato (Arcadia), Carlo Dengo (Carraro), Claudio Maran (ATP r&d) – e il punto di vista delle aziende con Fabio Poletto Hiref, Carlo Vanin Carel Group. Le conclusioni sono affidate a Stefano Miotto direttore Confindustria Veneto Siav. “Nell’economia della conoscenza – afferma Anna Viel, presidente Giovani Imprenditori di Confindustria Padova – vincono i sistemi che sanno unire ricerca e innovazione con lo sviluppo delle competenze e dei talenti. È su queste basi che nasce il progetto con l’Università di Padova. Ogni anno l’Italia forma 12mila nuovi dottori di ricerca, ma solo 2.500 entrano nell’accademia e molti proseguono su altre strade, spesso fuori dall’Italia. Dobbiamo invertire questa tendenza. Il nostro progetto realizza un importante matching che, da un lato, valorizza la fondamentale figura del ricercatore industriale e offre ai giovani talenti l’opportunità di affacciarsi al mondo produttivo restando in Italia; e, dall’altro, consente alle imprese di arricchirsi delle migliori competenze per fare innovazione e virare verso la manifattura digitale. Le norme varate dal Governo per Industria 4.0 e il credito d’imposta potenziato per la ricerca, sono uno strumento valido e un’opportunità per spingere le imprese a investire in innovazione e in capitale umano. Il 2017 sia l’anno per accelerare”. Per Paolo Gubitta, ordinario di Organizzazione aziendale all’Università di Padova – “i dottori di ricerca sono il miglior mezzo per portare innovazione dentro le imprese. Se le aziende non li assumono, il problema non è solo delle aziende, ma anche dell’Università che non riesce a proporre il suo “prodotto” di punta. Quattro anni fa ci siamo detti: continuiamo a maledire l’oscurità o proviamo ad accendere una luce? STEPS è stato questo paziente lavoro di cui oggi iniziamo a cogliere i frutti. Racconteremo i casi di successo, vedremo la punta di un iceberg. Ma negli ultimi quattro anni abbiamo coinvolto 320 dottorandi e abbiamo dato loro gli strumenti per progettare un futuro professionale non solo dentro l’Università, ma anche in azienda. Percorsi entrambi nobili, che rispondono a esigenze diverse”.