Negli ultimi cinque anni, a partire dal 2011, la merce scambiata nei mercati ortofrutticoli veneti ha tracciato un trend in flessione. Lo stesso andamento ha segnato purtroppo anche il 2016, visto che i quantitativi si sono mantenuti al di sotto della soglia psicologica del milione di tonnellate, scendendo a circa 933 mila tonnellate (-1,3% rispetto al 2015). Come non bastasse, sempre nel 2016, anche il valore degli scambi risulta essere in calo (920 mln di euro, -4,7% rispetto all’anno precedente), a causa sia della diminuzione del volume delle merci, sia della flessione del prezzo medio delle merci scambiate nei mercati, sceso a 1,02 euro/kg (-3,6% sul 2015). Sono questi i dati più significativi che emergono dalle analisi effettuate dagli esperti dell’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura sui dati forniti dagli stessi mercati ortofrutticoli regionali. Gli ortaggi si confermano al primo posto (poco più di 470 mila tonnellate, -1,6%), con una quota pari al 50,6% degli scambi, seguiti dalla frutta fresca (312 mila t, -2,2%) con una quota del 33,4% sul totale delle quantità veicolate. Gli agrumi rappresentano circa il 15% delle merci scambiate (142 mila t, +1,8%) mentre è del tutto residuale la quantità di frutta secca (meno di 7 mila t). I mercati di redistribuzione (Verona, Padova e Treviso) rappresentano il fulcro degli scambi mercatali della nostra regione con una quota dell’84% del totale della merce veicolata (poco meno di 790 mila t). Per quanto riguarda invece i mercati alla produzione, le merci scambiate si attestano sulle 69 mila t, mentre la quantità veicolata dai mercati al consumo raggiunge le 75.000 t. In quest’ultimo ambito, va sottolineata la dinamica positiva registrata dai mercati di Venezia-Mestre (+7%) e Bassano del Grappa (+3%), a conferma del rinnovato impulso registrato negli ultimi anni da questa tipologia di mercati. Risultano in calo le quantità di merci importate (211 mila tonnellate, -10,9%), la cui quota scende dal 25,1% al 22,6% del totale. Le importazioni provengono per la maggior parte (60%) dall’Unione Europea e in particolare da Spagna e Paesi Bassi, che da soli effettuano quasi il 50% delle spedizioni di frutta verso i mercati veneti. In crescita le importazioni da Sud America e dall’America centrale (circa 52 mila tonnellate, +4,7), che soddisfano le esigenze di frutta e ortaggi nei periodi di contro stagionalità. Il Veneto svolge un importante ruolo di piattaforma di rilancio dei prodotti ortofrutticoli, ricevendo le merci provenienti dalle altre regioni italiane, in particolare dal Sud Italia (oltre la metà delle merci proviene da Sicilia, Puglia e Calabria), redistribuendole verso l’estero, la cui quota sul totale delle merci in uscita cresce fino a toccare quasi il 40% (371 mila tonnellate, +10%). Le esportazioni sono ovviamente orientate principalmente verso i Paesi più vicini: Croazia (16%), Germania e Slovenia (entrambe con una quota del 15%). Tra le “altre” destinazioni estere, la maggior parte sono rivolte verso Paesi dell’Est Europa, quali Ucraina, Repubbliche Baltiche, Polonia e Repubblica Ceca. Tutto ciò a scapito delle spedizioni verso le regioni italiani confinanti, che sono invece in calo (-4,6%), attestandosi su un valore pari a circa 177 mila tonnellate per una quota che scende dal 21,3 al 19%, e delle merci che rimangono all’interno dei confini regionali, che registrano una brusca riduzione rispetto all’anno precedente (385 mila tonnellate, -8,9%) e la cui quota nel complesso scende dal 45% al 41%. Da segnalare il leggero aumento delle merci che rimangono all’interno del comune e della provincia rispetto alla sede dei mercati (la cui quota sale da 13,7% al 16,1%) a conferma di un rinnovato ruolo di fornitura del mercato locale svolto dai mercati al consumo. Una dinamica che replica quella registrata nel 2015 e che sembra segnalare un deciso interesse da parte di una certa tipologia di acquirenti (dettaglianti fissi e ambulanti, ho.re.ca,ecc.), a rifornirsi direttamente presso i mercati ortofrutticoli all’ingrosso presenti sul territorio regionale.