Innescare un percorso comune sulla visione strategica regionale, sull’effettivo e possibile concorso delle autonomie locali, prima e dopo il referendum sull’autonomia del Veneto, e condividere le azioni istituzionali da realizzare congiuntamente, per conseguire l’auspicata maggiore autonomia amministrativa, organizzativa e finanziaria nel confronto con il Governo. E’ quanto hanno concordato il presidente della Regione e i presidenti delle Province del Veneto, partendo dalla premessa condivisa a Palazzo Balbi (sede della Giunta regionale) che si tratta di un processo che riguarda tutti i veneti. Alla riunione presenti Enoch Soranzo (Padova) che è anche presidente dell’UPI Veneto, Achille Variati (Vicenza) presidente dell’UPI nazionale, Roberto Padrin (Belluno), Marco Trombini (Rovigo), Stefano Marcon (Treviso), Antonio Pastorello (Verona) (nella foto, con al centro il presidente della Regione). “Nel pieno rispetto istituzionale – ha detto il presidente della Regione – le Province, in piena coscienza, hanno deciso di avviare un percorso con la Regione su questa partita. Ho accolto la richiesta perché le porte della Regione sono aperte a tutti”. Qualora si avviasse una trattativa col Governo, si darà corso ad un processo che riguarderà la definizione delle forme e delle condizioni di particolare autonomia di cui parla l’art. 116 della Costituzione, che riguarderanno l’intero territorio veneto. Ci sarà una delibera regionale con la “lista della spesa” da proporre, ma la stessa norma costituzionale stabilisce che il negoziato sia attivato dalla Regione sentiti gli enti locali. “Quindi la fase importante – ha detto il presidente veneto – è aprire un tavolo con le autonomie locali, che avrà carattere permanente. Dovremo definire che modello di Regione vogliamo con tutta l’autonomia che riusciremo ad ottenere e che dovrà essere gestita dai territori. Non vogliamo sostituire al centralismo statale un neocentralismo regionale”. Soranzo ha spiegato che l’UPI Veneto ha deliberato di chiedere quest’incontro con il presidente della Regione proprio per conoscere la visione strategica collegata alla partita sull’autonomia e fare insieme il percorso che seguirà. Il pilastro principale sarà la volontà dei cittadini. Il tavolo con la Regione servirà a decidere la strategia per le trattative. Variati ha sottolineato che le vecchie Province non esistono più. Oggi sono la casa dei comuni per gestire servizi fondamentali per i cittadini come la viabilità, l’ambiente, l’edilizia scolastica. “Appoggiare l’idea della consultazione – ha concluso – significa andare verso la riscrittura del sistema delle autonomie perché vogliamo fare meglio e a costi inferiori, senza chiedere allo Stato un euro in più rispetto a quanto i costi standard prevedono per le funzioni che saranno affidate dalla Regione”.