La tradizionale Festa dei Trombini a San Bortolo di Montagna, nella frazione di Selva di Progno (Verona), uno dei 13 Comuni di origine cimbra della Lessinia, dove una nutrita schiera di trombonieri portano avanti le antiche usanze degli avi e con i loro schioppi allietano le feste del proprio paese, dei paesi della provincia di Verona e di altre città del Veneto. Questo domenica 27 maggio. “I trombini”, chiamati anche “s-ciopi” o “pistoni”, derivano da armi da guerra del seicento-settecento, archibugi e spingarde usati per incutere terrore. La fabbricazione di questi strumenti da sparo, considerati rare armi artistiche, è affidata all’abilità di alcuni artigiani della zona. Le loro salve che rimbombavano fino a valle, salutavano l’ingresso del parroco, le varie visite pastorali che si organizzavano nei paesi vicini come Boscochiesanuova, Vestenanova, Illasi, Tregnago. È storicamente documentato che lo sparo dei trombini accompagnava i riti della Settimana Santa e di altre feste religiose. I montanari della Lessinia avevano ottenuto, sin dall’epoca degli Scaligeri, dei privilegi come l’esenzione da alcuni dazi in cambio del compito di custodire i monti e i paesi verso Trento, per i quali si andava in Germania. I trombini servivano allo scopo. Essi avevano tutte le caratteristiche dell’arma da fuoco, ma con il tempo sono diventati arnesi innocui che sparano per suscitare tripudio e gioia, per celebrare un matrimonio o per festeggiare una sagra patronale. Il botto dei trombini veniva e viene ancora utilizzato per scacciare via il male, gli spiriti maligni e le negatività. Nel 1976 nacque l’Associazione folkloristica “Trombini di San Bartolomeo della Montagna”. L’esibizione dei trombonieri costituisce sempre, ancor oggi, una forte attrattiva nel pubblico che assiste e partecipa. Gli sparatori prendono in braccio le armi, incendiano l’esca che dà fuoco alla polvere nera che esplode con un gran fragore in una nuvola di fumo bianco che avvolge trombino e tromboniere producendo un fragoroso botto. Lo schioppo pesa anche 40 chili. Talvolta l’attesa del botto va delusa: l’arma fa cilecca e al posto dello scoppio fragoroso si ode un misero clic e un mesto ooh tra il pubblico. A Badia Calavena i pistonieri si distinguono dai trombonieri per il nome e per i colori della divisa. Ma pistoni e trombini sono la stessa cosa ed hanno medesime origini storiche. Essi hanno raggiunto una tale abilità nel manovrare i loro pesanti strumenti, che vederli all’opera è uno spettacolo. Le Associazioni “I trombini di San Bartolomeo” (di Selva di Progno) e “I pistonieri dell’Abbazia” (di Badia Calavena) mantengono viva la tradizione accompagnando ogni festa del territorio per renderla più spettacolare, partecipando a manifestazioni in Italia e all’estero. I trombonieri di San Bortolo si incontrano annualmente, per scambiarsi visite ed esperienze culturali, con gli Schùtzen di Landshut. L’edizione n. 42 della Festa sarà caratterizzata, tra sfilate e sarabande di spari, dall’incontro con gli amici gemellati. Superospiti saranno gli sbandieratori di Arezzo. I pistonieri di Badia, che celebreranno la loro 26^ Festa il 3 giugno prossimo, partecipano agli incontri con gli amici sparatori di Adlkofen, città bavarese gemellata con Badia Calavena. (ODM)