E’ il distretto artigiano a più alta densità di produttori in Europa: oltre cento aziende dedicate al vetro artistico sono concentrate in un’isola lagunare di 1,17 chilometri quadrati. Murano è vetro, da secoli. Ma deve cambiare: globalizzazione da una parte e limitazioni alle emissioni di inquinanti dall’altra mettono a rischio la sopravvivenza del comparto e impongono una revisione del sistema. Da dove cominciare? Per la prima volta gli scienziati sono arrivati al centro del processo produttivo esaminando, con la collaborazione dei vetrai, tutti i flussi di materia, denaro, energia, scarti, per valutare la sostenibilità della produzione muranese e suggerire soluzioni innovative. Un team di ricerca dell’Università Ca’ Foscari Venezia ha studiato il comparto applicando l’analisi emergetica (con la m). L’emergia nasce da ‘embodied energy’ (energia incorporata) ed è un metodo utilizzato dagli studiosi per stilare un bilancio di qualsiasi sistema contabilizzando i flussi che lo caratterizzano. Ne riferisce sul magazine dell’ateneo Enrico Costa. Nel caso delle fornaci, l’emergia contabilizza non solo l’investimento in materie prime, ma anche quello in conoscenza, lavoro umano, in servizi dell’ecosistema lagunare nel diluire gli inquinanti, nonché il ruolo del turismo nel flusso monetario e dell’immagine, costruita a partire da cinque secoli. Emerge che il capitale più importante è quello umano, che è anche tra i fattori a rischio d’estinzione: la conoscenza gelosamente custodita e trasmessa oralmente dai mastri vetrai è un valore prezioso da preservare e sul quale fondare anche la tutela dell’immagine del vetro muranese nel mondo. I ricercatori lanciano nello studio anche delle proposte, discutendo anche sulla modalità con cui ridurre le emissioni nocive conservando nel contempo la straordinaria gamma di colori che contraddistingue la produzione, ad esempio cercando di “concentrare” la produzione più problematica in un solo sito, dove realizzare investimenti mirati a servizio di tutto il comparto. La sfida della sostenibilità si gioca anche sul campo dell’eliminazione degli ingredienti più tossici dalle ricette dei vetri colorati. Ad esempio, è possibile produrre vetro rosso senza il cadmio? “Abbiamo dato il via a un gruppo di lavoro internazionale – spiega Francesco Gonella, fisico, esperto di emergia e coautore dello studio – coinvolgendo un gruppo di scienziati esperti da tutto il mondo, appassionati di vetro, disponibili a collaborare con i vetrai per studiare ricette alternative”. A rendere possibile l’analisi emergetica e questa nuova collaborazione scientifica internazionale è una nuova associazione di giovani vetrai muranesi, InMurano, che ha aperto le porte di alcune fornaci ai ricercatori con l’obiettivo di studiare nuove strategie per mantenere vivo e sostenibile il comparto. Lo studio sull’analisi emergetica del vetro di Murano, pubblicato dal Journal of Cleaner Production, è stato realizzato da Sofia Spagnolo, dottoranda in Scienze Ambientali a Ca’ Foscari, Francesco Gonella, professore al Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi di Ca’ Foscari, Silvio Viglia e Sergio Ulgiati dell’Università Parthenope di Napoli.