A Treviso la nona edizione del Protocollo Viticolo, il documento che propone e promuove un sistema virtuoso di difesa integrata della vite e che è giunto al suo traguardo più rilevante: quest’anno, infatti, è l’anno della messa in atto del divieto di uso del glifosato, sebbene le normative italiane ed europee ne consentano ancora l’impiego. Il Conegliano Valdobbiadene è la più estesa zona in Europa che ha vietato l’uso della sostanza chimica più discussa degli ultimi anni, che continua ad essere utilizzata in moltissime aree agricole italiane ed europee. Si tratta del risultato di un lungo e preciso lavoro sinergico e di grande cooperazione tra amministrazioni locali dei 15 Comuni della Denominazione e il Consorzio di Tutela. La presentazione del Protocollo anche l’occasione per il Consorzio di Tutela di fare un punto sui risultati raggiunti, ma anche di volgere lo sguardo al futuro e di interrogarsi sulle prossime attività. “Questa edizione del Protocollo Viticolo riveste per noi una grande importanza” afferma Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela“Innanzitutto perché il divieto dell’uso del glifosato rende sempre più necessarie le nostre indicazioni alle aziende circa la gestione alternativa del vigneto, come ad esempio lo sfalcio meccanico. Ma soprattutto consideriamo il no al glifosato, imposto dalle amministrazioni della Denominazione, un traguardo raggiunto grazie al dialogo costante tra il Consorzio e queste ultime. Il nostro territorio è un laboratorio della sostenibilità ambientale unico in Italia per la sua capacità d’inclusione dei soggetti coinvolti. Un’ulteriore evidenza di questa sinergia è l’adozione progressiva da parte di tutti i Comuni della Denominazione delle indicazioni del Protocollo Viticolo del Consorzio per redigere i singoli regolamenti rurali comunali”. Il Protocollo Viticolo dalla sua nascita nel 2011 è gradualmente diventato un punto di riferimento sempre più rilevante per i soci ed è il perno dell’attività di sostenibilità del ConsorzioConegliano Valdobbiadene Prosecco. I risultati raggiunti grazie alla sua diffusione spronano a fare ulteriori passi avanti sul fronte della sostenibilita’. L’obiettivo del Protocollo Viticolo è eliminare progressivamente pratiche e molecole considerate troppo impattanti per l’ambiente – ancorché consentite dalle norme italiane ed europee – e per contro promuovere forme di agricoltura meno invasive possibili anticipando di diversi anni il percorso virtuoso verso la sostenibilità. La pubblicazione del Protocollo e la sua diffusione tra le 185 aziende che aderiscono al Consorzio di Tutela hanno contribuito a radicare negli anni i temi di sostenibilità agronomica tra gli agricoltori del territorio. Risale al 2013 l’esclusione di tutte le formulazioni contenenti prodotti a base Folpet, Mancozeb,Dithianon, e diverse altre sostanze che la legge avrebbe consentito di utilizzare, come accaduto successivamente nel 2016. Nel 2018 è stata assunta la decisione delle amministrazioni locali divietare il glifosato. Con questa edizione, si entra nella fase attuativa del no al glifosato e si ribadisce la necessità della lotta integrata fornendone alcuni strumenti attuativi. Una delle funzioni del Protocollo Viticolo è di mettere l’agricoltore nelle condizioni di utilizzare i vari metodi di gestione del vigneto, che siano chimici oppure biologici in base alle reali esigenze della vite e del campo in ogni momento. Per fare questo sono attivi da tempo strumenti tecnici e tecnologici di raccolta dati che fotografano costantemente la situazione del vigneto. Situazione che è trasmessa dal Consorzio ai viticoltori perché scelgano l’azione più adatta da operare in campo al più basso impatto ambientale. Il prossimo passo verso una Denominazione sempre più sostenibile sarà la CertificazioneS.Q.N.P.I., (Sistema Qualità Nazionale Produzione Integrata) delle Aziende Agricole della Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, per la quale si sta già predisponendo tutta la documentazione necessaria. Si tratta di un sistema che considera tutti i mezzi produttivi e di difesa delle coltivazioni dalle avversità, in grado di ridurre al minimo l’uso in vigneto delle sostanze chimiche di sintesi e di razionalizzare la pratica della fertilizzazione. Per ottenere e mantenere la certificazione saranno predisposte attività di controllo come l’attuazione di un numero significativo di analisi delle uve prodotte volte ad accertare qual è stato l’effettivo impiego in vigneto delle sostanze chimiche. La certificazione rappresenta un’opportunità per il territorio, in particolare perché si traduce in un incremento del valore percepito della Denominazione. Nello specifico occorrerà conseguire due obiettivi: certificare il 25% degli operatori entro il 2021 e incrementare le certificazioni del 10% ogni anno successivo. Potranno partecipare al progetto tutte le aziende trasformatrici e imbottigliatrici.
|