Dalla Fondazione Benetton studi e ricerche sono stati chiamati a Treviso storici dell’arte e filosofi, paesaggisti e agronomi, architetti, etnografi, geografi e registi per partecipare alla quattordicesima edizione delle Giornate internazionali di studio sul paesaggio, nei giorni 13 e16 febbario. L’argomento che il Comitato scientifico della Fondazione ha scelto per questo appuntamento, coordinato da Luigi Latini e Simonetta Zanon, è infatti “Animali, giardini, paesaggi”. Competenze diversissime e traversali perché trasversale, oltre che affascinante, è l’interazione flora-fauna nella creazione di un paesaggio artificiale, come può essere un parco e un giardino o un’area di coltura agraria, o nel formarsi ed evolversi naturale di un ambiente. Gli animali che popolano un paesaggio sono reali ma possono essere fantastici, vivi o eternati in statue, mosaici o altri manufatti artistici. Delfini di pietra dalla cui bocca sgorga l’acqua, cervi affiancati a divinità di marmo, rappresentazioni in attraverso giardini e parchi sono stati introdotte non solo nuove varietà di piante che hanno poi colonizzato interi territori, ma anche animali egualmente provenienti da terre lontane, anch’essi poi moltiplicatisi al di fuori dei recinti originari.
Nella cultura del giardino giapponese, ma più tardi anche in Europa, il gusto per il naturalismo ha portato a ricreare nei giardini, anche urbani, ciò che in termini di flora ma anche di fauna si poteva osservare in ambiti naturali. Con le conseguenze di popolamento di specie animali sino al tempo non presenti nelle città. In agricoltura va citato, ad esempio, l’impatto che tra ‘ 500 e ‘800 hanno avuto nelle nostre pianure i filari di gelsi, piantati per consentire gli allevamenti dei bachi da seta. Ma i temi possibili sono infiniti. Per restare a secoli più vicini, un racconto a sé è quello dei luoghi progettati per “contenere” e mostrare gli animali, ovvero zoo, parchi tematici, e progetti di habitat nei quali avviene una vera e propria messa in scena del mondo animale. Per l’ambito agricolo e la sua evoluzione nella contemporaneità, si pensi al ruolo delle api e dell’apicoltura negli ambienti urbani, dal punto di vista ecologico, didattico e persino di progetto, o a quello che gli erbori possono giocare nella cura e nel mantenimento del paesaggio, in campagna come in città. Senza trascurare l’affascinate connubio tra flora e fauna nella storia del giardino, nell’arte, ma anche nel costume e persino nello sguardo del cinema. Il serpente e il melo del Paradiso Terrestre possono essere i simboli di una storia che scende sino alla notte dei tempi. Quello che queste Giornate di studio cominceranno a dipanare è un gomitolo multicolore di fili che legano piante e animali, ed entrambi all’uomo. Interventi di Margherita Azzi Visentini, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, già Politecnico di Milano; Gabriele Bovo, Città Metropolitana di Torino, Servizio Pianificazione e Gestione Rete Ecologica; Serge Briffaud, École nationale supérieure d’architecture et de paysage de Bordeaux; Hervé Brunon, Centre André Chastel, Paris; Gilles Clément, paysagiste, Paris; Jean Estebanez, Université Paris-Est Créteil, département de géographie; Pauline Frileux, École nationale supérieure de paysage-Larep, Versailles; Davide Gambino, regista, Palermo-Bruxelles; Andrea Ghisoni, dottore in architettura, Milano; Owain Jones, Bath Spa University, College of Liberal Arts; Federico López Silvestre, Università di Santiago de Compostela, Dipartimento di Storia dell’Arte; Christina May, storica dell’arte, Ahrenshoop; Monique Mosser, École nationale supérieure d’architecture de Versailles, Centre André Chastel, Paris (Honoraria); Dirk Sijmons, H+N+S Landscape Architects, Amersfoort; Jan-Erik Steinkrüger, Università di Bonn, Dipartimento di Geografia; Mauro Veca, apicoltore urbano, ilmielediElia, Milano.