Bolzano - Passaporto italiano ed austriaco.

Riccardo Fraccaro, ministro per i rapporti con il Parlamento, a commento di notizie in merito alla volontà del Governo austriaco di procedere sulla strada del doppio passaporto per i cittadini sudtirolesi, ha detto che esse come riportano i media, tra i quali l’Ansa (e foto), “destano inquietudine. Se fosse confermato quanto riportato dai media saremmo di fronte ad un atto inopportuno e ostile che intendiamo respingere con fermezza”. Sul progetto, trattato dai media austriaci, ha fatto nei giorni scorsi una dichiarazione il presidente altoatesino Arno Kompatscher il quale ha rinnovato il suo appello ad affrontare “con cautela” la questione del doppio passaporto italo-austriaco per i sudtirolesi. “Il tema va affrontato con spirito europeo, come espressione del nostro legame con l’Austria”, ha detto il presidente alla Tiroler Tageszeitung. “Sembra – ha precisato – che sia stato trovato un approccio attuabile”. Secondo Kompatscher, i contatti tra Vienna e Roma sono “dimostrazione dello spirito europeo”, ma vede comunque il pericolo di “strumentalizzazioni da parte di chi crede che il doppio passaporto possa essere il primo passo verso qualcos’altro. Questo però non sarebbe nell’interesse dell’Alto Adige e dell’Austria”. Per Kompatscher, “l’autonomia è un modello di successo. La questione va affrontata con cautela trilateralmente e vanno evitate tensioni con il gruppo linguistico italiano. Le campagne elettorali perciò si prestano poco a questa tematiche”, ha sottolineato il presidente in riferimento alle elezioni provinciali in autunno. Come detto, il governo italiano ha chiesto chiarimenti alle autorità austriache dopo la notizia circolata sui media di un progetto di legge pronto a breve per concedere la cittadinanza ai cittadini dell’Alto Adige. E la Farnesina ha avvertito che, qualora la notizia fosse vera, si tratterrebbe di un’azione “ostile”. L’accelerazione del dossier in Austria era stata resa nota dal quotidiano Tiroler Tageszeitung, secondo cui la bozza del disegno di legge dovrebbe essere definita già il 7 settembre da un gruppo di lavoro di tecnici, che si sono riuniti più volte nelle scorse settimane a Vienna. In una bozza del disegno di legge austriaco è scritto che “tutti i cittadini italiani residenti in Alto Adige di madrelingua tedesca e ladina” avrebbero i requisiti per ricevere la cittadinanza austriaca, aveva pubblicato il quotidiano, precisando tuttavia che il governo di Vienna vuole agire solo d’intesa con Roma. La Suedtiroler Volkspartei avrebbe preferito che la questione del doppio passaporto restasse ferma fin dopo le elezioni provinciali del 21 ottobre, per evitare strumentalizzazioni, ma il governo del cancelliere Sebastian Kurz sarebbe orientato ad intraprendere un percorso più spedito. Già all’epoca del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, come rifescono le cronache di quel periodo, rimase perplesso facendo capire a Vienna di rinunciare a questa idea. Già sul finire del 2017, il “caso” sul doppio passaporto era già in fermento in Austria. Consultando le cronache di quel periodo si è letto che la questione della doppia cittadinanza agli altoatesini apre quesiti giuridici di non facile soluzione. Innanzitutto i doppi passaporti sono proibiti in Austria. Poi esistono questioni legate al diritto di voto. Inoltre, quali sarebbero i criteri da adottare? Sebbene l’FPÖ abbia inserito tra i punti programmatici anche la questione della doppia cittadinanza per gli altoatesini e malgrado il governatore del Tirolo, Günther Platter (ÖVP), l’abbia definita un desiderio del cuore (“Herzensanliegen”), non solo essa non rappresenta un punto cardine della futura coalizione, ma rischia persino di aprire un serio incidente diplomatico con l’Italia. A mettere in guardia da possibili frizioni nei rapporti bilaterali tra Vienna e Roma è stato proprio una figura storica del Partito Popolare, Andreas Khol, in un’intervista rilasciata al Kurier. “Questa doppia cittadinanza troverebbe applicazione anche per i Gottschee (un’area germanofona, la Carniola, che oggi fa parte della Slovenia), e per i 90.000 Burgenländer di Chicago – ha osservato Khol- O potrebbe coinvolgere anche quegli austriaci del Regno Unito che subiranno le conseguenze della Brexit”. Ma ciò che ha reso molto scettico Andreas Khol è il rischio concreto di minare le relazioni con l’Italia, che guarderebbe alla decisione di concedere la cittadinanza austriaca agli altoatesini come ad un atto ostile che Khol già allora ebbe a definire “un grave e imperdonabile errore diplomatico e politico”.

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