E’ in corso il “progetto Luce” su Giovanni Bellini, per il cinquecentenario dalla morte del Maestro del Rinascimento (Venezia 1433- 1516 circa). Presso il Chiostro della Chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia, c’è stata la presentazione della nuova illuminazione del capolavoro del Maestro “La Vergine con il Bambino fra i Santi Giovanni Battista, Francesco, Girolamo, Sebastiano e committente Giacomo Dolfin” (nella foto). Un’altra Pala del Bellini, sempre di alto valore artistico, si trova nella basilica dei Frari, già coinvolta nel “Progetto luce”. Il nuovo sistema di illuminazione, realizzato all’interno del programma per la messa in valore dell’opera del grande artista veneziano, vede la collaborazione di Ettore Bertoldini e di Targetti di Firenze. La città di Venezia ha avviato di recente un progetto speciale dal titolo “Luce su Bellini”: esso coinvolgerà ogni chiesa, museo, collezione che possa vantare nel proprio patrimonio almeno una opera del Bellini. E’ la prima volta che un progetto culturale unisce un così ampio numero di realtà pubbliche e private. Come è stato spiegato si tratta di un innovativo progetto di illuminotecnica messo in campo, interamente finanziato da soggetti privati, e consente l’illuminazione ad alto livello qualitativo di tutte le Pale d’altare di Bellini conservate nelle sette chiese veneziane. Il progetto avrà carattere permanente e sono pronte anche le app che possono facilitare le visite. Una ulteriore Pala, attualmente affidata alle cure della Soprintendenza, sarà esposta negli spazi del Museo Diocesano di Venezia, accompagnata da una mostra documentativa sull’artista. Previsti anche incontri di approfondimento, speciali visite guidate, concerti, e altre iniziative che accompagneranno il Centenario Belliniano. Daniele Ferrara, soprintendenete del Polo Museale del Veneto ha spiegato: “E’ importante dire al pubblico e in particolare ai residenti di andare a vedere il Bellini nei musei, ma anche nel territorio”. Il progetto è gestito dal Polo Museale del Veneto e dalla Regione, in collaborazione con l’Ufficio beni culturali della Diocesi Patriarcato, e Fondazione Querini Stampalia di Venezia. A S.Francesco della Vigna, a Castello, l’opera belliniana è su olio su tavola trasportato su tela, essa misura 97×141 cm.; venne richiesta al pittore da Giacomo Dolfin per la cappella che egli aveva nella vecchia chiesa. L’immagine del committente inginocchiato sulla sinistra sarebbe stata, a detta di esperti, completamente ridipinta in epoca tardo cinquecentesca. Il nuovo ritratto poteva raffigurare un membro eminente di tale confraternita, il quale reca per altro gli attributi iconografici di San Giacomo, costituiti dalla conchiglia e dal bastone del pellegrino, probabile riferimento al nome dell’effigiato, lo stesso dell’originario committente. Le figure della Vergine col Bambino riprendono ad evidenza quelle della Pala Barbarigo. È opinione condivisa dalla critica che nella stesura del dipinto il maestro si sia avvalso della collaborazione della bottega, forse per l’esecuzione di qualcuno dei santi.

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