Da Ferragosto a Nord Est si iniziano i tagli di uve Chardonnay e Pinot. La quantità è in linea col 2016, nonostante le gelate primaverili, compensate dai nuovi impianti. “La strada maestra che i viticoltori veneti devono perseguire è quella della sostenibilità e dell’innovazione. Solo così sarà possibile rimanere in cima alla classifica mondiale del vino, che vede il Veneto quarto esportatore assoluto, con 2 mld/€ nel 2016”. È questa l’indicazione dell’Assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan giunta dallo storico incontro di Veneto Agricoltura, a Legnaro (Padova), sulle previsioni della prossima vendemmia. Un concreto contributo proprio alla sostenibilità ambientale vitivinicola è stato poi offerto da Alberto Negro, Direttore dell’Agenzia regionale, il quale ha illustrato il lavoro che i tecnici di Veneto Agricoltura stanno da alcuni anni svolgendo, presso il proprio Centro di Conegliano, per lo sviluppo di alcune varietà di vitigno resistenti alle malattie fungine. Ma il cuore dell’incontro, per il quale sono giunti nella sede di Veneto Agricoltura oltre un centinaio tra operatori, tecnici, presidenti di Consorzio, professori universitari e produttori, erano i dati previsionali della vendemmia 2017. Non solo quelli del NordEst, com’é tradizione (questo era la 43^ edizione del Focus), ma anche quelli delle principali regioni vitivinicole italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia), e di Francia e Spagna: per l’occasione sono stati attivati collegamenti in diretta via Skype con esperti locali. Va segnalato che l’evento, per la prima volta, era visibile anche da remoto via Facebook, fatto molto apprezzato. In sintesi, il quadro europeo vede un generalizzato calo produttivo tra il -10/15% (le ipotesi sono per un computo finale di 42-43 mio/hl per Italia, 40 per Spagna, 38 per Francia). Per l’Italia il calo più marcato sembra provenire dalla Sicilia, con punte di -50%, e dalla Toscana. Principali cause, l’andamento siccitoso consociato alle alte temperature estive e alle gelate tardive di aprile. Anche il Triveneto ha subìto le medesime condizioni negative. Il bicchiere mezzo pieno, è proprio il caso di dirlo, è dato però dall’ottima sanità e quindi qualità delle uve, dovuta alla difficoltà di sviluppo degli agenti fungini, che giungono con climi piovosi. I viticoltori veneti (e non solo) sono tutti concordi: se da qui in avanti il meteo non farà le bizze, la vendemmia 2017 potrebbe riservare grandi soddisfazioni. Tradotto: il vigneto sta entrando nella fase cruciale e a pochi giorni dall’avvio della vendemmia (a cavallo di Ferragosto saranno vendemmiate le uve Pinot e Chardonnay per base spumante) i “vigneron” incrociano le dita per avere giornate di sole, notti fresche e qualche leggera pioggia ristoratrice. A Legnaro, in occasione della 43^ edizione del focus sulle previsioni vendemmiali in Veneto, nelle principali Regioni vitivinicole italiane, in Francia e Spagna, evento promosso da Veneto Agricoltura, Regione, Avepa, Arpav, Crea-Vit Conegliano e in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia e le Province di Trento e Bolzano, sono stati presentati – in diretta Facebook – le prime stime produttive dell’imminente vendemmia. In sintesi: per quanto riguarda la qualità, al momento l’accumulo zuccherino sta procedendo su livelli normali o superiori al consueto, il calo acido ovviamente risente delle alte temperature e vi sono casi nei quali il Pinot Grigio ha consumato in gran parte il suo contenuto malico. Nei vini rossi vi può essere il pericolo di un disaccoppiamento tra accumulo zuccherino e maturazione fenolica; mentre nei bianchi per ora gli aromi più favoriti dalle condizioni meteo sono quelli legati alla trasformazione della clorofilla e xantofille nei sentori di frutta matura sotto la guida delle alte temperature. Questo in dettaglio le prime stime produttive per provincia del Triveneto. Verona: La previsione produttiva dovrebbe mantenersi sugli stessi livelli del 2016 per l’area Valpolicella, mentre nei comprensori di pianura sono possibili cali dovuti alle gelate di aprile. L’entrata in produzione dei nuovi vigneti inciderà con un aumento della resa complessiva del +3%. Vicenza: In collina si presume una produzione in linea se non superiore a quella del 2016. Nelle zone di Breganze la produzione potrebbe essere superiore a quella degli ultimi anni a condizione che non si verifichino eventi grandinigeni significativi. Per le zone del medio basso vicentino e quelle di pianura, considerati i danni avuti dalla gelata di aprile e la minor produzione dei vigneti privi di irrigazione di soccorso, si stimano le seguenti rese: Pinot Grigio, Glera, Chardonnay – 20-25% a causa della minor fertilità e danni da brinata; Merlot -15% a causa dei danni da brinata; Garganega -10% a causa dei danni da brinata; Pinot Bianco, Sauvignon, Cabernet e Carmenere, Manzoni Bianco, Tocai Rosso: rese invariate. L’entrata in produzione dei nuovi vigneti inciderà sulla resa complessiva per un +3/4%. Belluno: Salvo imprevisti, le stime produttive prevedono in generale una produzione equivalente a quella registrata nel 2016. Si stima un aumento del +10/15% di resa per l’entrata in produzione di nuove superfici che riguardano in particolare Glera, Pinot Grigio e Pinot Nero. Padova e Rovigo: In condizioni di ordinarietà e grazie al buono stato fitosanitario è possibile stimare una produzione in linea con quella del 2016 sia per le uve a bacca nera che per quelle a bacca bianca. L’entrata in produzione dei nuovi vigneti inciderà con un aumento della resa complessiva del +4-5% per la provincia di Padova e del +2% circa per quella di Rovigo.
Treviso: Rispetto al 2016 si stima una produzione inferiore del -10% malgrado l’entrata in produzione dei nuovi vigneti. Le cause sono soprattutto la minore fertilità per il Glera, le gelate del 19-21 aprile e le grandinate che hanno colpito parte del territorio provinciale. Con riferimento ai principali vitigni: Pinot grigio -5%, la maggiore fertilità è controbilanciata dall’effetto della gelata; Glera -10/20% per minore fertilità e rare conseguenze della gelata (si tratta del vitigno dal germogliamento più precoce) tenuto conto della capacità di recupero che caratterizza la varietà. L’apporto dell’entrata in produzione dei nuovi vigneti sul totale si stima intorno al +2-3%. Venezia: La produzione totale è prevista con una diminuzione di circa il -10% a causa delle gelate primaverili e di una minor fertilità delle gemme, tuttavia per il Pinot Grigio e il Glera si stima un aumento del +10% dovuto all’entrata in produzione dei nuovi impianti. Per le uve a bacca nera è previsto un calo produttivo del -15% dovuto alla riduzione delle superfici vitate. Bolzano: Si attendono dei quantitativi di uva inferiori di circa il -10% rispetto al 2016. Alcuni vitigni, come per esempio lo Chardonnay, presentano dei grappoli spargoli per cui i quantitativi si annunciano ridotti; riduzione riconducibile ad una fase di siccità durante la fioritura e per qualche singolo vigneto alle gelate invernali e alle quelle tardive di aprile. I nuovi vitigni che entrano in produzione quest’anno sono principalmente dei vitigni resistenti alle malattie fungine come le varietà Bronner, Muscaris e Solaris. Per ora non si tratta di superfici consistenti, di conseguenza non andranno ad incidere in maniera importante sulla resa complessiva del vigneto dell’Alto Adige.
Trento: Fino all’altro ieri sera, vigilia dell’incontro di Legnaro, in provincia di Trento si prevedeva un incremento complessivo di produzione del +2%. Nella serata di mercoledì 9 agosto è stata registrata però una forte grandinata, segnalata a Veneto Agricoltura dagli stessi Uffici preposti dell’Amministrazione provinciale. I danni sono ancora da quantificare. In ogni caso, viene segnalato un calo della varietà Marzemino, buona invece la produzione di Merlot, Teroldego, Pinot Grigio. Le cause: il peso medio dei grappoli più elevato e il fatto che non si registrano, al momento, danni da patogeni. L’incidenza dell’entrata in produzione dei nuovi vigneti risulta essere trascurabile (+1%). Friuli Venezia Giulia: Si prevede, rispetto al 2016, una contrazione della produzione nell’ordine del -5-7% per alcune varietà precoci (Pinot, Chardonnay) a seguito della gelata tardiva dello scorso mese di aprile. Per le altre varietà i livelli produttivi sono simili a quelli degli anni precedenti. Va tenuto presente che con la vendemmia 2017 sono entrati in piena produzione i vigneti impiantati nel 2014 ed iniziano a produrre gli impianti 2015. La produzione totale regionale si stima quindi a un livello prossimo a quello delle due annate precedenti, vale a dire oltre 2,7 milioni di quintali di uva, di cui circa 2,3 a bacca bianca.

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