Spettacolo, cultura e grande cinema, oltre a passione hanno caratterizzato la serata magica, tra sogno e arte che ha visto protagonista ancora una volta il Premio Cinema Veneto Leone di Vetro e Avanspettacolo. La serata è stata dedicata al regista Ermanno Olmi. Il Premio che nasce dalla fervida mente dell’attore Matteo Tosi da un lato, con Mauro Furlan dall’altro che con tanto amore si dedica alla produzione della serata, mettendo insieme uno spettacolo da mille e una notte. E poi ci sono loro: registi, attori, editor, produttori ancora una volta Avanspettacolo ha ospitato le eccellenze della cinematografia veneta per dare loro il giusto riconoscimento. E non è mancata l’occasione per parlare davvero di cinema, di quanto lavoro ci sia da fare per creare sinergie, di quanto sia giusto valorizzare al meglio il talento. Uno degli ospiti d’onore in particolare, Fabio Testi (foto gruppo,con Matteo Tosi) ha spiegato come sia difficile competere con il cinema americano: “Il nostro cinema necessita anche di fondi, il sistema alla francese è un’ottima soluzione per cercare di aiutare tutti i talenti che ci sono in Italia e in particolare in Veneto e sono pronto a battermi per questo.” Così come sta facendo l’attore Matteo Tosi che del Premio è il fondatore: “E’ fondamentale che i talenti dell nostro cinema si incontrino e creino sinergie”. Si è parlato di Veneto Film Commission di quanto sia fondamentale ora più che mai, ma anche della necessità di una cooperazione tra addetti ai lavori. Una cooperazione che deve varcare anche i confini, grazie agli scambi con i Festival di tutto il mondo. L’organizzazione del Premio Cinema Veneto Leone di Vetro, in questi anni ha fatto un lavoro considerevole in prospettiva di uno sviluppo importante del sistema cinema Veneto che ambisce a collocarsi anche a livello internazionale. Quest’anno partner è stato l’European Philipine Internationale Film Festival & Venice Film Festival di Manila. E poi ci sono le emozioni perché ricevere un premio è sempre un grande momento personale di soddisfazione. E i momenti musicali con il trio delle Appassionante che fondono lirica e pop con sapiente maestria. Premiati i veronesi K+ Nicola Fedrigoni e Valentina Zanella, location service di grandi produzioni internazionali e produttori di “Finché c’è prosecco c’è speranza” candidato ai globi d’oro come miglior opera prima. Premiati per la capacità di mettere insieme le eccellenze locali creando partnership virtuose. La statuetta è andata al montatore Davide Vizzini, capace di andare dritto al cuore del racconto grazie alla maturata consapevolezza che il montaggio non è solo una questione di tecnica, ma anche di emozioni. I film da lui montati hanno vinto premi importanti come “La ragazza del mondo”, premio miglior opera prima ai David di Donatello 2017. Leone di Vetro a Sergio Manfio presidente e direttore creativo del Gruppo Alcuni, ideatore di tanti film di animazione e del format Ciak Junior che con il film sul giovane Leonardo, artista curioso e geniale inventore è stato in grado di sfidare colossi americani come Disney. Per la regia il premio è andato a Max Nardari nato a Padova, ma trevigiano di adozione che ha frequentato Ipotesi Cinema, la scuola di Ermanno Olmi. Negli anni realizza dei corti sulla diversità distribuiti da Rai Channel. Nel 2016 scrive, dirige e produce con la sua casa di produzione Reset Production “La mia famiglia a soqquadro” che vince diversi riconoscimenti nei festival internazionali come miglior commedia. Max Nardari capace di raccontare con ironia e originalità, le mutazioni della nostra società, facendo ridere e riflettere allo stesso tempo, tentando con il suo cinema di uscire dal nazionalismo per aprirsi a realtà europee. Un Max Nardari particolarmente emozionato che ha dedicato il Premio alla mamma Renea presente in sala. Un premio speciale quello per l’attrice nata a Venezia, Maria Roveran. Speciale perché Maria, a causa di un problema importante, non ha potuto essere presente né alla presentazione del film di Martone “Capri Revolution” in concorso alla Mostra del Cinema d Venezia né al Premio Cinema Veneto Leone di Vetro. Maria si è detta dispiaciuta ma felice del riconoscimento. Un premio per il suo essere artista straordinaria, eclettica di rara sensibilità, dotata di un’espressione non comune e rarefatta bellezza, capace di scelte mai scontate mosse dal desiderio di indagare l’animo umano attraverso l’arte e i suoi personaggi. Tanti gli ospiti in sala tra cui il filmmaker e giornalista freelance per la BBC, etiope britannico Michael Makonnen, Emanuele Mengotti nato e cresciuto al Lido di Venezia, dove ha conosciuto il cinema internazionale attraverso la mostra, oggi vive a Hollywood dove lavora come regista scrittore e produttore, dove ha girato alcuni corti pluripremiati in tutto il mondo. Scrittore e produttore del documentario “Poveglia oltre il mito” un lavoro incentrato sull’isola veneziana che sta per diventare un film. Nel parterre anche Clayton Norcross l’attore noto per aver interpretato Thorne nell’importante soap americana Beautiful innamorato dell’Italia e del Veneto in particolare. Fabio Testi premiato lo scorso anno del Premio e del cinema veneto è un grande sostenitore. A tarda serata ha voluto presenziare anche l’attore di Don Matteo Simone Montedoro venuto a complimentarsi con l’amico e regista Max Nardari. Nel parterre pure il baritono Elia Fabian che il 14 settembre si esibirà al Bolshoii di Mosca. Ha presentato la serata Leandro Barsotti.

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