Anche per quest’anno il “buon esempio” premiato dall’Arciconfraternita del Santo, dal 1975 promotrice del Premio Nazionale della Bontà Sant’Antonio di Padova, attraverso il quale desidera evidenziare come nella quotidianità vi siano persone non indifferenti e che si prodigano per agli altri. Accanto ai partecipanti alla fase concorsuale riservata alle Scuole Primarie e Secondarie di I e II grado di tutta Italia ogni anno, infatti, l’Arciconfraternita si propone di individuare uno o più protagonisti che nella vita “adulta” abbiano reso tangibile testimonianza degli insegnamenti del Vangelo. Per la 45/ma edizione, il Premio della Bontà 2019 va ad un esempio di eticità nello svolgimento della propria professione che risponde al tema individuato per quest’anno dal Consiglio Direttivo dell’Arciconfraternita «Non è sufficiente non fare il male per sentirsi giusti. È necessario fare il bene e promuovere ogni bene nella società». Il tema è ispirato dalle parole del Santo Padre, sempre attento alle inquietudini del mondo giovanile spesso affamato di futuro, pronunciate in occasione del Dialogo con i giovani al Circo Massimo nell’agosto scorso.
I primari medici in pensione del Poliambulatorio AUSER di Borgomanero (NO) vincono il Premio della Bontà 2019.
Essere al servizio di chi soffre: per i medici non è solo un “mestiere” ma una missione. «Uno stupendo gesto di solidarietà». Così il Consiglio Direttivo dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio ha definito il gesto operato da un gruppo di “primari medici in pensione” presso la sezione AUSER di Borgomanero (Novara), rivolto alle fasce più deboli della popolazione, ai quali viene assegnato il Premio della Bontà 2019. Questo gruppo di 23 medici in pensione – cardiologi, dermatologi, radiologi, urologi, nefrologi – si prende cura gratuitamente di pazienti che non possono permettersi cure specialistiche. Nel 2017 sono state visitate millecinquecento persone. Una idea virtuosa partita, dalla presidente dell’Auser Maria Bonomi, già sindacalista, che ha chiesto a questi medici un aiuto per curare rifugiati, pensionati, disoccupati, persone in difficoltà economica. Invito raccolto con entusiasmo da parte dal primario cardiologo Piero Sacchi, deceduto nel 2015, dall’urologo Sergio Cavallaro e dal nefrologo Felice Fortina che misero insieme un gruppo di 23 medici per circa 17 specializzazioni, tutti a disposizione gratuita dei pazienti.
«Riteniamo – ha commentato il Priore dell’Arciconfraternita Leonardo Di Ascenzo ­– che un tale esempio di volontariato da parte di un gruppo di professionisti in quiescenza, i quali potrebbero tranquillamente e legittimamente dedicare il loro tempo a continuare l’arte medica a titolo remunerativo, costituisca per i giovani del Premio della Bontà sant’Antonio di Padova e per la società intera un indubbio modello di bontà e di valorizzazione delle professionalità individuali per una salvaguardia della dignità umana, nel momento della sua massima vulnerabilità ovvero la malattia. Ci auguriamo che il nostro riconoscimento possa gratificare questo operato, che rappresenta un modello concreto di come si possa dare sostanza all’imperativo morale di ogni medico che è quello di portare lenimento all’umano patire e accompagnare i signori ammalati nel momento del bisogno, con professionalità e dignità anche alle periferie del mondo, dove anche lo Stato più evoluto con difficoltà riesce ad agire.» Nelle scorse edizioni del Premio della Bontà dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio, grande emozione ha suscitato la storia delle due amiche della provincia di Padova vincitrici lo scorso anno: Letizia Guglielmo ha donato un rene alla amica d’infanzia Lara Martello malata da molti anni. E ancora, sempre vincitore della scorsa edizione, l’esempio dell’imprenditore della Spea di Volpiano (TO), Luciano Bonaria, che ha donato di tasca propria una doppia tredicesima agli oltre 500 dipendenti quale ringraziamento per gli ottimi profitti della azienda. Commozione per la storia dell’infermiera di Grosseto Nadia Ferrari – vincitrice del Premio in una precedente edizione – che ha chiesto e ottenuto l’affido del piccolo Mario, gravemente malato dalla nascita e abbandonato in ospedale, regalandogli due anni di amore e di cure; o per il gesto di solidarietà compiuto dai dipendenti della Ditta BRENTA PCM di Molvena (VI) che hanno donato ad una loro collega l’equivalente a circa dieci mesi di ferie per consentirle di rimanere vicino alla bimba malata sino alla fine. Così come il gesto dell’attaccante del Chievo Calcio Riccardo Meggiorini che con coraggio ha difeso una accanto ai Premi della Bontà, si è conclusa la fase concorsuale del Premio riservata alle Scuole Primarie e Secondarie di I e II grado. Come per le precedenti edizioni, grandissima partecipazione: ben 1007 elaborati sono giunti alla Segreteria Organizzativa del Premio dalle Scuole di tutta Italia e sono ora al vaglio della Giuria che a breve selezionerà i vincitori. 0Le due cerimonie conclusive del Premio Nazionale della Bontà di Sant’Antonio, una civica ed una religiosa si terranno nella serata di sabato 1 e nella mattina di domenica 2 giugno 2019 a Padova, alla presenza del Delegato Pontificio della Basilica di Sant’Antonio, Mons. Fabio Dal Cin. (foto arch.).Tra i Premi per i concorrenti: ospitalità alberghiera a Padova con l’intera famiglia per la cerimonia di premiazione; medaglie del Santo Padre e Sigilli della Città di Padova per i primi classificati. Premi per le scuole: Borse di studio con monte premi complessivo fino a circa € 3.000,00. Bando/Regolamento integrale: scaricabile dal sito associativo www.arciconfraternitasantantonio.org

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