Bene l’impegno per la tutela del sistema sanitario italiano con la spesa sociale pro capite dei comuni in calo del -2,8% in un anno. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative Uecoop sugli ultimi dati Istat relativi ai bilanci degli enti locali in Italia in relazione all’intervento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte al summit dell’OMS (Organizzazione mondiale della salute) a Roma. Con -18,2% in un anno la Sicilia è la regione italiana che ha fatto registrare il calo più forte nella spesa sociale dei comuni passata da 121 a 99 euro pro capite a fronte di una media nazionale di 141 euro, mentre vola il Friuli Venezia Giulia che con una crescita del 10,5% e 356 euro a testa ha il record dell’assistenza garantita da fondi degli enti locali. In 12 regioni su 20 la spesa sociale dei comuni fra il 2015 e il 2016, secondo gli ultimi dati Istat disponibili, è risultata in calo con una prevalenza nel centro sud. E se le amministrazioni più grandi sopra i 60mila residenti sono riusciti a garantire gli stesso livelli di investimento sul sociale – rileva Uecoop – i piccoli centri fino a 10mila abitanti hanno tagliato di oltre il 4,5% la spesa sociale pro capite, mentre ancora peggio è andata per i comuni fra i 20mila e i 60 mila abitanti dove la riduzione ha superato il 5%. Oltre alla Sicilia – spiega l’analisi di Uecoop – la Campania fa registrare un calo da 96 a 81 euro con un risultato negativo del -15,6% e in Umbria si è scivolati da 117 a 104 con un -11,1%. La Calabria ha in valore assoluto il risultato peggiore a livello nazionale con appena 73 euro. Fra i comuni delle regioni del nord, risultati negativi li registrano il Piemonte (-4,1%) e l’Emilia Romagna (-3,5%) dove però la spesa pro capite si attesta rispettivamente a 118 e 167 euro. E se il record di investimenti pro capite sul sociale spetta ai comuni del Friuli Venezia Giulia, a seguire ci sono quelli della Sardegna con 309 e delle provincie di Bolzano con 275 e Trento con 218 euro. La sfida del futuro – afferma Uecoop – è quella di potenziare l’assistenza a fronte di una spesa sanitaria delle famiglie che nell’ultimo anno è già salita dell’8% arrivando a 123 euro al mese. Nell’ambito di una generale riorganizzazione dei servizi di assistenza alle famiglie e alle fasce più deboli della popolazione, dagli anziani ai disabili, dai senzatetto alle persone a basso reddito è strategico gestire nel modo più razionale possibile le risorse – sottolinea Uecoop – sviluppando un nuovo welfare pubblico/privato in grado di coinvolgere il meglio delle 9.700 cooperative sociali che operano in Italia e dove i bisogni delle comunità sono molto diversificati e ricevono risposte differenti anche in base alle disponibilità finanziarie dei comuni, sempre più stretti fra vincoli di bilanci e crisi.

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