In questi giorni è stata attivata a Padova una nuova fase di lavoro finalizzato alla riemersione del teatro romano. Le strutture superstiti del teatro romano, il cosiddetto Zairo, sono infatti conservate sotto l’acqua della canaletta che circonda l’Isola Memmia, come sappiamo dai documenti d’archivio che ne serbano memoria dopo i lavori del XVIII secolo e del secolo scorso. L’operazione vedrà agire in sinergia il Comune di Padova (Settore Edilizia Pubblica e Settore Cultura, Turismo, Musei e Biblioteche), l’Università di Padova (Dipartimento dei Beni Culturali e Centro Interdipartimentale di Ricerca Studi Liviani) e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso. Il 5 novembre, sotto la direzione tecnica degli architetti Domenico Lo Bosco e Fabio Fiocco del Settore Edilizia Pubblica, sono iniziate le operazioni di svuotamento della canaletta, con l’intervento del Consorzio di Bonifica Bacchiglione che ha provveduto a chiudere la presa d’acqua che alimenta la canaletta. Dal 6 all’8 novembre, con il livello dell’acqua ormai abbassato, è entrata in scena l’Associazione Sorgente che, sotto l’egida della Provincia, ha provveduto al salvataggio dell’abbondante fauna ittica. Il 9 novembre è iniziata la pulizia del fondale, che si protrarrà per alcuni giorni ed è stata affidata alla ditta Lares S.r.l. La pulizia verrà realizzata in modo accurato, con eliminazione di fanghi, in corrispondenza delle strutture appartenenti al teatro per permettere alla squadra degli archeologi di entrare in azione. Dal 13 novembre gli archeologi si affiancheranno ai tecnici impegnati nelle operazioni di pulizia, dal 20 novembre inizieranno invece le vere e proprie attività di ricerca scientifica. Ad agire sul campo sarà un gruppo di studenti universitari, specializzandi e dottorandi, sotto la direzione scientifica congiunta di Jacopo Bonetto e Caterina Previato (Dipartimento dei Beni Culturali), Elena Pettenò (Soprintendenza), Francesca Veronese (Museo Archeologico). Come informa una nota del comun e di Padova, le indagini archeologiche proseguiranno fino al 16 dicembre e avranno l’obiettivo di acquisire nuovi dati per la comprensione delle dimensioni e dell’articolazione architettonica dell’antica struttura romana mediante l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia (rilievi topografici laser, analisi archeometriche di malte e pietre, rilievo 3D fotogrammetrico da drone etc.). Il teatro è datato, con qualche incertezza, all’età augustea, ma molti sono gli aspetti ancora da indagare. La sua riemersione offrirà agli studiosi l’occasione di avviare studi e analisi funzionali ad approfondire le conoscenze. Come anticipato in altre occasioni, l’operazione ha importanti finalità scientifiche, ma vuole essere una grande occasione per far conoscere alla cittadinanza aspetti inediti della città in un’esperienza coinvolgente di “archeologia pubblica”. Pertanto ogni sabato mattina, a partire dall’11 novembre, saranno previste visite allo scavo guidate dagli archeologi coinvolti nelle operazioni: ritrovo alle ore 11, alla fontana nel centro dell’Isola Memmia.Inoltre a partire da lunedì 13 novembre, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, sarà possibile visitare il cantiere tra le ore 10 e le 12. L’intera operazione è resa possibile grazie al contributo della Fondazione Cariparo per le celebrazioni del bimillenario liviano. Iiconfo: museo archeologico 049.8204 o www.livio2017.it
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